L’impegno civile di Marielle, consigliera del Partito Socialista in Brasile, rappresentava semplicemente la speranza per una vita migliore
speranza infranta dopo che Marielle Franco è stata giustiziata con il suo autista, per aver denunciato i soprusi e le violenze, nelle favelas di Rio De Janeiro ad opera della Polizia Militare.
In un paese lacerato dalle diseguaglianze sociali, dalla violenza di classe, di genere e di razzismo, Marielle rappresentava il futuro
Impegnata nella raccolta di dati sulla violenza contro le donne, era la rappresentante femminile alla vita politica del Paese, essendo una delle favorite alle elezioni presidenziali di fine anno.
Vale la pena ricordare quanto sia pericoloso, ancora oggi, difendere la libertà d’espressione
Michel Forst, relatore speciale per le Nazioni Unite ed ex direttore generale di Amnesty International, tempo fa commentava così, il pericolo della difesa dei diritti umani: ”non esistono luoghi sicuri al mondo, per i difensori dei diritti, nel periodo storico in cui viviamo”.
Nessuno nel suo Paese, crede ad un caso fortuito e per questo in migliaia sono scesi in piazza per manifestare il proprio sdegno, per onorare la memoria di Marielle, per ringraziarla di aver speso la sua breve e intensa esistenza al fianco delle donne, dei bambini e dei diseredati delle favelas.
Ancora oggi, sono le donne a lottare e sacrificare la vita per i diritti umani e la libertà, le loro storie rappresentano il nuovo eroismo
Affinché la sua morte non risulti inutile, tutti noi dobbiamo imparare dal suo coraggio a difendere i diritti dei più deboli e della violenza sulle donne, prendendo spunto da un suo pensiero: ”che le donne crescano come rose in un posto che spesso le dimentica”.