È il Maggio odoroso… Il mese della piena fioritura delle rose. Ma anche dei giacinti, delle peonie. Dell’iris… Mese carico di frutta, dopo la (relativa) penuria invernale. Le ciliegie che tingono di rosso le labbra. Le albicocche profumate di sole. Le pèsche succose. Le fragole. Le mele tra i monti del Trentino. E le pere, anche. In Sicilia i limoni emanano luce e profumo…
Mese “femminile” per eccellenza. Non il solo, certo. Ché Aprile è il Mese di Venere. E Giugno di Giunone. Con buona pace delle neofemministe, attardate e incolte, che, recentemente, hanno accusato il Calendario di essere “sessista”. Perché tutti i mesi sarebbero “maschili”. Ignoranza crassa del fatto che ben quattro, da Settembre a Dicembre, sono semplicemente numeri. E non mi risulta che i numeri abbiano mai avuto attributi sessuali. Luglio e Agosto sono dedicati a Cesare, che il Calendario volle, e Ottaviano, che lo impose. Certo, maschi entrambi. Potevano inventarlo Messalina e Poppea e si sarebbero chiamati…beh, meglio lasciar perdere. Giano e Marte certo maschi. Ma Febbraio… Febris… I romani lo imploravano con la formula “sive Deus, sive Dea”. Di genere incerto. Insomma, il mese transgender…
Ma lasciamo perdere, e torniamo al Maggio. Il mese di Maia. Non la Pleiade del mito greco, però. Che dà anche il titolo al primo libro delle Laudi di D’annunzio. È una Dea latina. Antica. Antichissima. Precedente la fondazione di Roma. E, probabilmente la discesa dei latini in Italia. Che ancora non aveva nome…
Figura, ad onor del vero, alquanto indefinita. O, se vogliamo, misteriosa. Come misterioso resta il suo culto. Che la collega a Vulcano. Che non è, per i Romani, il Dio Fabbro. Bensì il Fuoco. Nella funzione del Distruttore. Funzione infera. O almeno, così spiega Dumezìl. E a me, sinceramente, basta. Comunque era Vulcano, o meglio Volkanos, nelle vesti del suo Sacerdote, che all’aprirsi del mese sacrificava a Maia una scrofa gravida. E sembra che i maiali da lei prendessero nome. Animali che, tra i popoli del nord, soprattutto tra i Celti, venivano considerati come dono degli Dei dell’oltretomba. Leggete i gallesi Mabinogion. La storia di Pwyll e del Re dell’Annawn… Il primo “ramo”.. . e poi, magari, una volta spiego meglio… Ma ora voglio parlare di Maia.
Che, probabilmente, era uno dei nomi della Bona Dea. Figura ancora più misteriosa. Perché il suo Nome segreto nessuno osava pronunciare. Comunque, questo culto arcaico aveva due date rituali. I Misteri di Bona Dea di Maggio. E quelli di Dicembre. Celebrati solo dalle Donne. Anzi dalle Matrone. Sposate, con figli. Offerte di frutta, latte… E, in Dicembre, sacrificio di una scrofa. Gravida, naturalmente.
Si va bene…. Lo so…. Sfoggio sterile di erudizione, a mese di Maggio già inoltrato. Insomma, sei proprio a corto di temi e argomenti? mi potrebbe chiedere qualcuno…
Se fosse, per carità, niente di grave. E lo ammetterei senza problemi. Ma questo è venuto fuori da… altro.
Da una mia Amica, che mi ha chiesto, all’improvviso: “Ricordati che siamo a Maggio…”
Mbhè? Ho detto, senza capire
“Hai tempo tutto il mese. Per dire una preghiera a Lei… Male non ti farebbe…”
Già. Lei. Maggio è, anche, il Mese Mariano. Tendevo a dimenticare. Perduto nel mondo dei miti. Delle leggende. Delle antiche radici…
Queste parole, però, me lo riportano alla mente. In un flusso, onde dei ricordi.
Il rosario della prima Comunione. Che mia madre aveva appeso sopra il mio letto, intorno alla cornice di un quadretto popolare della Madonna con bambino, una Madonnina giovanissima. Poco più di una bambina.
La penombra della chiesa parrocchiale, dove donne, inginocchiate, pregavano nella sera. Il profumo dei fiori. Le rose.
E le tante immagini viste, poi, studiando arte. Madonne del melograno. Madonne degli uccellini. Madonne delle frecce spezzate… Raffaello. Tiziano…
La devozione popolare, sopratutto. Intensa, un tempo. Oggi…
Forse ha ragione la mia amica. Forse una preghiera dovrei dirla. Prima che finisca il Maggio.