Il giro di propaganda di Nichi Vendola in favore dell’utero in affitto è approdato nei giorni scorsi anche su Canale 5, nel salotto televisivo di Nicola Porro.
La definizione “utero in affitto” non piace all’ex segretario di Sinistra e Libertà.
Secondo lui andrebbe sostituita con la definizione “maternità surrogata”.
Ad ogni modo, nel corso della sua sua ospitata a Matrix, Vendola ha raccontato la vicenda che lo ha portato, assieme al suo compagno Eddy, a diventare padre di Tobia per mezzo della pratica dell’utero in affitto. Pratica che, lo ricordiamo per inciso, in Italia, e non solo, è del tutto illegale.
Questo il suo racconto a Matrix: “Ho incontrato una donna che mi ha chiesto: “Vorresti entrare stabilmente dentro il mio universo affettivo? Io sono disponibile a donarti nove mesi della mia vita perché tu possa guadagnare questa felicità”.
Queste sono invece le parole con le quali ha replicato alle femministe che lo accusano di avere sfruttato il corpo di una donna per appagare il suo desiderio di genitorialità: “Queste signore parlano anche a nome di quelle che invece vogliono raccontare com’è stata bella la loro esperienza di ‘gravidanza per altri’, e questo è poco femminista. Io capisco che i temi siano di estrema delicatezza e di estrema complessità e non pretendo che tutti siamo d’accordo con le scelte che ho fatto io nella mia vita. Quello che vorrei, però, è la delicatezza dell’ascolto e del dialogo, piuttosto che la virulenza dell’anatema e della scomunica”.
La trasmissione è stata duramente criticata da Marina Terragni, scrittrice impegnata contro la pratica dell’utero in affitto, che sul suo profilo Fb ha ironizzato sul racconto di Vendola, che sarebbe stato addirittura contattato da donne pronte a donargli nove mesi della loro vita: “Insomma: sono le donne che gli corrono dietro per DONARE (nessuna domanda, tipo: quanto hai pagato? perché non hai adottato, visto che il tuo compagno è canadese e lì si può? come mai un uomo di sinistra è ricorso a una pratica che la sinistra di tutta Europa giudica indegna? )”.
E poi: due interviste a surrogate felici. Una fondamentale Chirico che ha difeso la libertà di affittare uteri paragonandola alla prostituzione e sbattendo gli occhioni ha parlato di donne incubatrici.
Un romantico Sgarbi che dice: no, ma il futuro è questo. Giusto Cecchi Paone a portare qualche argomento contro.
Nessuno a spiegare che l’utero in affitto è vietato IN TUTTO IL MONDO (salvo che in 18 paesi). Nessuno che abbia parlato dei contratti vessatori. Nessuno che abbia affrontato la questione dal punto di vista di chi nasce. Nessuno che abbia nominato i problemi di salute per le donne bombardate di ormoni e per i bambini.
Informazione questa sconosciuta.
Anche la giornalista Monica Ricci Sargentini ha criticato duramente una trasmissione che è stata di fatto uno spot a favore dell’utero in affitto: “Non una parola sulle madri surrogate pentite – scrive su Fb – no, per Matrix sono tutte felici di fare nove mesi di gravidanza e poi dare via il bambino. Ma soprattutto non una parola sul bambino che quando nasce viene strappato all’unica persona che conosce: la madre. Una violenza che non viene fatta nemmeno ai cuccioli di cane. Ma a Matrix lo sanno che ci sono madri surrogate che sono morte mentre aspettavano un figlio su commissione e che molte sono andate in tribunale perché se lo volevano tenere?”.