“Dignità”, la parola ripetuta 18 volte da Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione del giuramento. Ed i media di regime si sono immancabilmente commossi ed entusiasmati per la scelta del termine. Per il suo significato intrinseco. Alto profilo, grande profondità, messaggio imprescindibile. Soprattutto nuovo, autentico..
”Il commentatore aveva deciso di imperniare la sua perorazione sulla dignità, il che non stupiva, erano già diversi anni che la dignità aveva il vento in poppa, ma questa volta – era opinione diffusa – il presidente aveva dato il meglio di sé, il suo livello di dignità era stato davvero eccezionale”. Il testo è tratto da “Annientare”, l’ultimo libro di Michel Houellebecq. Dunque Mattarella, o chi gli scrive i discorsi, non ha fatto altro che riprendere le indicazioni di pagina 563 (così si evitano le domande retoriche dei lettori che chiedono “e le fonti?”).
Un po’ squallido, indubbiamente. Però dimostra almeno che al Quirinale leggono. E leggono libri di qualità. Magari imparano qualcosa di più oltre all’iper utilizzo della parola dignità. Mentre è evidente che il libro non lo hanno letto gli esponenti dell’oppofinzione. Perché, in caso contrario, avrebbero provato almeno ad ironizzare sul discorso presidenziale. Macché. Eppure leggere non fa male. Non è pericoloso. E Houellebecq non è neppure un bolscevico, tantomeno un radical chic politicamente corretto. Anche l’oppofinzione avrebbe molto da imparare, benché lo scrittore si inventi un futuro dove il partito di Marine continua ad arrivare al ballottaggio delle presidenziali del 2027 e continua a perderle nonostante un giovane candidato simpatico e preparato che ha sostituito Marine.
Certo, un libro troppo difficile per Borgonzoni e per tanti altri. Però sarebbe stato divertente se uno dei parlamentari che non ha votato Mattarella si fosse alzato facendo notare la citazione di Houellebecq. Ma il livello dei parlamentari è quello che è. Se proprio devono dedicarsi a quella fatica improba della lettura, non vanno al di là di Murgia e Saviano.