L’Italia è una Repubblica parlamentare e non presidenziale. Occorrerebbe ricordare anche questi aspetti della Costituzione, ogni tanto. Non solo quello che fa comodo.
Ed allora diventa perlomeno irrituale il discorso del presidente Mattarella che, prima, nega a Matteo Salvini ed al centro destra di presentarsi alle Camere per cercare una maggioranza e poi decide di scegliere lui, Mattarella, un aspirante presidente del consiglio che si presenti alle Camere per cercare una maggioranza.
Non proprio il massimo della correttezza e della imparzialità.
Non è un caso che, immediatamente dopo il discorso del presidente, la speculazione si sia scatenata penalizzando la Borsa italiana. Quasi una manovra a tenaglia: Mattarella spiega che vuole un governo “neutrale” per affrontare i problemi più urgenti ed evitare un attacco speculativo e la speculazione inizia immediatamente ad operare per rendere più urgente il varo del governo del presidente.
Quanto al “neutrale”, non significa assolutamente nulla. Per essere neutrale dovrebbe abbassare le tasse come vuole il centro destra ed approvare il reddito di cittadinanza richiesto dai 5 Stelle. Dovrebbe fermare l’immigrazione come richiesto dalla Lega e spalancare le porte ai migranti in base ai desideri di LeU. Dovrebbe mantenere il jobs act per accontentare il Pd e cancellarlo per accontentare gli altri.
Schierati con Putin o con Trump? Con Berlino o con i Paesi di Visegrad?
È evidente che “neutrale” è solo la parola magica per far digerire tutto agli italiani ignorando completamente il voto del 4 marzo.
D’altra parte i partiti, per varie ragioni, non sono stati capaci di formare un governo. Colpa di una legge elettorale sbagliata, ma anche di una pessima gestione delle trattative, tra veti incrociati, timori di rotture di alleanze con ripercussioni sul territorio, litigi interni ai partiti.
Forse una situazione inevitabile proprio perché i partiti politici hanno perso la propria funzione e la capacità di far politica. Che è una cosa molto diversa dalla banale amministrazione. Uno Stato non è un immenso condominio. Non basta promettere tombini nuovi e pali della luce, minor burocrazia e maggiore efficienza. Tutti interventi utili, ma la politica dovrebbe essere portatrice della visione di diversi modelli della società, dei rapporti internazionali, di una visione complessiva del mondo.
La politica non è neutrale. Ed i disastri provocati dai tecnici dovrebbero sconsigliare dal ripetere l’esperimento.
Così come l’ipotesi di votare a luglio dovrebbe rappresentare un invito ai partiti ad accordarsi per evitare una diserzione di massa delle urne.