L’ormai abituale ingerenza di Mattarella porterà, probabilmente, alla nascita di un “governo del presidente”, imposto dal Quirinale per evitare quelle elezioni anticipate che potrebbero spazzare via l’attuale maggioranza rossogialla che tanto piace al presidente della repubblica. Al di là dei giochini sul filo della costituzione, che appassionano solo gli addetti ai lavori, l’intromissione di Mattarella porterà all’approvazione di un piano per l’utilizzo dei fondi europei di una pochezza impressionante.

Matteo Renzi, stoppato dal Colle, dovrà accontentarsi di far finta di aver vinto perché i giocatori delle tre carte che siedono al governo hanno cambiato i titoli dei capitoli di spesa. Peccato che la sostanza non sia mutata. Uno sperpero immenso di denaro che dovrà essere restituito dalle prossime generazioni. Non si cresce con i “ristori”, ma su questo al Colle cala il silenzio. Non si creano nuovi posti di lavoro con il trio Gualtieri/Patuanelli/Catalfo. E Mattarella? Muto.
Non si realizzano infrastrutture strategiche con un ministro come De Micheli. Ma il Quirinale tace.
Bisogna approvare il piano per lo spreco, ad ogni costo. Sperando che un mega rimpasto elimini le zavorre e porti ai posti di comando un briciolo di competenza. Insieme al coraggio di conservare solo i titoli del piano di sperpero, cambiando però radicalmente i contenuti. Eliminando i finanziamenti a pioggia, cancellando le boldrinate, individuando gli interventi davvero strategici.

Solo in questo caso Matteo Renzi potrà sostenere di aver vinto. Perché non basta collocare Maria Elena Boschi alla guida di un ministero. Quelle sono questioni private, non successi politici. Se vuol vincere davvero, con qualche pur minima chances di un vantaggio per l’Italia, il bugiardissimo deve liberarsi di Boccia, di Azzolina, di Bonafede. A quel punto può persino tenersi un Conte ter, ma senza più i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas che si sono creduti Napoleone quando non erano neppure all’altezza di un suo lacchè.
Ma il lìder minimo è convinto di potercela fare anche senza Renzi. Ricorrendo al sostegno dei voltagabbana capeggiati dall’eterno Mastella. E recuperati magari tra le fila forziste. Renzi non perderebbe definitivamente la faccia, il sultano di Arcore ed i suoi accoliti sì.