Come ogni anno la Maturità è cominciata con la prova scritta di Italiano.
E come ogni anno ci si interrogherà se le prove fossero abbordabili o meno.
Difficile dare una risposta. Gli argomenti, infatti, sono stati, per quanto riguarda l’analisi del testo letterario, il commento a una poesia di Ungaretti tratta dal Porto Sepolto e una pagina de Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia.
Due argomenti che gli studenti hanno affrontato nel corso dell’anno e che non dovrebbero aver rappresentato uno scoglio insormontabile.
Non altrettanto si può dire delle altre proposte, vale a dire, in primo luogo, di un estratto del libro di Tommaso Montanari “Istruzioni per l’uso del futuro” che tratta del rapporto tra patrimonio artistico italiano e sua conservazione da parte di tutti i cittadini.
La stessa cosa si può affermare del brano di Steven Sloman che, a partire dagli esperimenti nucleari nell’atollo di Bikini negli anni cinquanta, chiedeva ai candidati di esprimersi sul rapporto tra ricerca scientifica, innovazioni tecnologiche e loro applicazioni pratiche.
Si tratta di due argomenti sui quali risultava difficile divagare e che obbligava i candidati a riflettere su materie non certo di dominio comune.
Forse un po’ più facile era il commento al testo di Corrado Stajano tratto da “La Cultura Italiana del Novecento” che, alla luce di quanto successo nel XX secolo si interrogava sul futuro delle nostre società. Una traccia che nascondeva una pericolosa insidia: quella cioè di non riuscire a costruire in breve tempo un elaborato che non risultasse poco approfondito.
Più abbordabile la prima proposta della tipologia C, la riflessione di carattere argomentativo. A partire dal discorso di Luigi Viana per il trentennale dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa e nel quarantennale di quel fatto di sangue, si richiedeva una esposizione di quanto fosse a conoscenza degli studenti in merito alla lotta dello Stato contro la mafia. Altro argomento insidioso e che, per altro, doppiava la proposta della seconda traccia, quella cioè dedicata a Sciascia e al suo romanzo del 1961.
Ma probabilmente la traccia più gettonata è stata l’ultima. Se non altro, in questo caso, era presente un titolo, “Tra Sport e Storia”, che forniva immediatamente un’idea di quanto riportato del brano allegato. Un titolo che mancava a tutti gli altri sei argomenti precedenti. Tuttavia, anche in questo caso, non mancavano i trabocchetti, in quanto può essere relativamente facile parlare di Sport o di Storia, ma è difficile immaginare quanti studenti siano in grado di mettere in rapporto i due argomenti.
Temi facili o difficili, dunque? Dare una risposta non risulta affatto agevole. Certo è che le difficoltà vere arriveranno dalla seconda prova e dal colloquio, momenti in cui le commissioni saranno chiamate a prendere decisioni che potrebbero essere molto diverse da una realtà scolastica ad un’altra.