Mauro Salizzoni è nato nel 1948 ed è un medico e professore universitario. Una carriera di spicco, in medicina e chirurgia, che inizia con la laurea presso l’Università di Torino nel 1973, nel 1993 ottiene la carica di primario presso l’Ospedale Molinette, sempre a Torino.
Salizzoni detiene anche un record di cui Torino dovrebbe andare orgogliosa: 3.000 interventi di trapianti di fegato eseguiti in 27 anni, con pazienti che per la maggior parte venivano da fuori regione. Troviamo risultati simili solo in Inghilterra e Stati Uniti.
E’ stato componente del Consiglio superiore di sanità dal 2003 al 2006 e dal 2009 al 2012 ed è membro dell’Accademia di medicina di Torino.

La carriera politica
Nel 1991 Mauro Salizzoni aderisce a Rifondazione comunista e tre anni dopo, nel 1994, diventa consigliere comunale a Ivrea.
In seguito, nel 2018, si candida al consiglio comunale di Ivrea, in cui risulta il primo eletto con la maggioranza dei voti. Nel 2019 viene eletto alle elezioni regionali del Piemonte nella lista del PD del presidente uscente Sergio Chiamparino.
Sempre nel 2019 viene eletto sia come consigliere regionale, sia come vicepresidente di Palazzo Lascaris e, di conseguenza, lascia la carica di consigliere comunale a Ivrea.
Salizzoni si ritira dalle elezioni comunali di Torino
“Io? Non mollo. Sono piantato come un pilone nel cemento”.
Queste le parole di Mauro Salizzoni poco tempo prima della notizia della sua ufficiale decisione di tirarsi indietro alle elezioni comunali di Torino 2021. La notizia è arrivata dallo stesso chirurgo con una lettera in cui spiega che, in assenza di un ampio accordo sul suo nome, non intende essere di intralcio e preferisce farsi da parte. Salizzoni si rende conto di quanto sia difficile giungere a una “sintesi” tra i diversi nomi in campo e quante siano le variabili da considerare.
Il chirurgo spiega che ad aver fatto sorgere dubbi tra le forze politiche è proprio il suo profilo, sia umano, che professionale, che di passione e impegno civile. Profilo che, se a molti è piaciuto ed è stato visto come fattore di rinnovamento, da altri (in particolare, dentro allo stesso PD) è stato visto come un fattore di debolezza.
In una precedente intervista, Salizzoni aveva comunque dichiarato che, nel caso a scelta non fosse ricaduta su di lui, avrebbe accettato la scelta con serenità e non avrebbe tirato su polveroni.
Così è stato.
Ho avuto una vita pienissima. Tutto quello che dovevo fare, l’ho fatto, spero bene, e basta. Se poi c’è bisogno di me, ci sono. Ma se non c’è bisogno, pazienza, va bene così, continuerò come sempre la mia vita