Banca Mediolanum e le associazioni ADVAR e “LOVE” onlus, promuovono da sabato 10 novembre a domenica 2 dicembre 2018 presso gli spazi di Banca Mediolanum (Piazza Pola a Treviso) una mostra antologica delle serigrafie di Giovanni Luca Massarin.
Oltre all’artista, interverranno alla vernice di presentazione prevista per sabato 10 novembre alle ore 11, il direttore del Family Banker Office Special dr. Andrea Barzan; Anna Mancini Presidente ADVAR e Giovanna Zuccoli Resp PR.
Massarin nasce a Treviso il 28 ottobre 1972. Frequenta per alcuni anni il liceo artistico della città, ma l’ambiente scolastico gli è claustrofobico, non dandogli la libertà di esprimersi creativamente.
Fin dai primi anni Novanta approfondisce sempre più la tecnica serigrafica, sperimentando sempre nuovi materiali.
Ecco la realizzazione dei suoi primi lavori con supporti diversi, tela, carta, legno, plexiglas.
In questa sua prima fase creativa il modello è la Pop Art, riproduzione seriale di una stessa immagine, paesaggi, figure, volti sacri, opere d’arte, anche sovrapposti o fuori registro.
Il risultato è avvincente perché oltre la perfezione tecnica, domina il colore, elemento trait d’union dell’intera produzione artistica.
All’inizio del duemila Massarin si orienta verso l’astratto materico.
Il riciclo dei materiali è alla base della sua ricerca, spesso attraverso la fusione, ma non solo, e tutto quello che viene scartato, buttato via dall’imperante consumismo, rinasce come araba fenice.
Carta, plastica, tela etc. fusi insieme al colore danno vita all’oggetto d’arte. Le cromie sono esaltanti, gli azzurri e i turchesi, i rossi, gli ocra e i marroni catturano il fruitore.
Gli anni 2005-06 sono un omaggio a Pollack con la realizzazione degli oblò di vecchie lavatrici destinate alla discarica; questi non solo possono essere elementi decorativi sulla parete, ma anche funzionali, in qualità di divertenti vassoi. Altre caratteristica dei lavori di Massarin: il recupero di quello che si butta per dargli una nuova funzione.
Gli ultimi anni vedono il ritorno dell’astratto materico ma sempre con uno sguardo molto attento a tutto ciò che viene scartato e difficilmente inserito nei normali cicli di riciclo, tastiere di letti in disuso, piatti rotti, cocci di ceramica, vetro frantumato etc.
L’elemento materico in questo “impasto uterino” si mescola a mille pigmentazioni in una sorte di vortice con suggestioni – come racconta Massarin – alla Cronenberg, immagini della carne umana che diventa seppur orripilante, metafora della trasformazione di un cervello in continua evoluzione.