Le idee camminano con le gambe degli uomini. Una frase che Falcone aveva ripreso da Pietro Nenni. E che diventa quanto mai attuale di fronte allo squallore della classe dirigente italiana. Uomini e donne di incapacità imbarazzante. Ignoranti collocati sulle poltrone ministeriali, esperti di freccette trasformati in guru scientifici, incompetenti messi a guidare aziende pubbliche e private. E poi parenti, amici degli amici, amanti ed amici delle (o degli) amanti. Ma siamo sicuri che quest’ultimo tipo di scelta sia poi tanto sbagliato?
A Torino il sito dello Spiffero ha più volte attaccato il sindaco piddino Lo Russo per una serie di nomine tipicamente clientelari. Compagni di corrente di partito, amici vari, colleghi di amici. Tutto vero. Però, considerando la lunghissima crisi in cui è precipitata la città, non si capisce perché Lo Russo avrebbe dovuto scegliere i soliti noti del disastro subalpino. Non è detto che puntare su volti nuovi sia un errore. Magari la vicinanza personale con alcune di queste persone rappresenta una caduta di stile, ma qual è la differenza con il Sistema Torino che ha rovinato la città affidandola al malgoverno di poche famiglie con rampolli da piazzare o riciclando i manager usciti dalla Fiat dopo averla condotta in situazione di sostanziale fallimento?
Si è provato con il Sistema Torino ed è stato un disastro, mascherato da una informazione di comodo. Si è riprovato con il Sottosistema Torino ed è andata pure peggio, ma tanto provvedevano i chierici del regime locale a nascondere la realtà. Ora è la volta delle amiche e degli amici del sindaco. Magari hanno competenze, professionalità. Persino idee. Proviamo anche così, non si sa mai, come avrebbe cantato Ornella Vanoni.
Anche perché alternative non se ne vedono proprio. L’oppofinzione non prova neppure a fingere di esistere. Inesistente. Nessuna proposta, nessuna idea, nessuna analisi critica. Il nulla cosmico. Un segnale preoccupante anche in vista delle elezioni politiche. Essere incapaci a Torino non aiuta ad essere credibili in vista di una candidatura a Roma. E lo stesso vale per qualche inetto esponente del governo regionale.