Exor, holding della famiglia Agnelli, che controlla il 14% del gruppo Stellantis, ha finalmente raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate in merito a una complicata vicenda fiscale, con particolare riferimento al rispetto della Exit Tax. Esattamente Exor pagherà 746 milioni di euro, di cui 104 a titolo di interessi, nell’ambito dell’accordo.
Nel 2016 Exor ha deciso di trasferirsi nei Paesi Bassi perché olandese era già la residenza di molte delle società controllate, come Cnh Industrial, Fiat-Fca e Ferrari. Anche Stellantis nel 2021 ha scelto l’Olanda. Una scelta, secondo il gruppo, dovuta all’esigenza di semplificare la gestione e le regole del diritto societario, non certamente di convenienza fiscale: il trattamento fiscale sulle plusvalenze è praticamente uguale in Italia e in Olanda, spiega la società. Che fa sapere di essere scesa a compromessi con l’accordo per evitare un lungo contenzioso tributario. L’intesa chiude un contenzioso nato lo scorso anno, quando l’Agenzia ha escluso la possibilità per le società che si trasferiscono all’estero di evitare la doppia imposizione fiscale sulle plusvalenze, quella sulla holding e quella sui suoi soci. Una norma che intende evitare la doppia tassazione sulle finanziarie di partecipazioni.
Non solo Exor, anche la controllante Giovanni Agnelli BV, la società della famiglia Agnelli-Elkann che controlla Exor con il 52,99% e i cui soci possono essere appartenenti alla dinastia torinese, pagherà al fisco 203 milioni di euro, di cui 28 di interessi.
Secondo i calcoli, ogni anno l’Olanda sottrae all’Italia gettito fiscale per circa 1,1 miliardi di euro. La motivazione principale legata all’utilizzo dell’Olanda come sede di una holding è sicuramente il regime fiscale favorevole per l’incasso di dividendi e plusvalenze estere, ma anche per l’eccellente infrastruttura legale e finanziaria del Paese. In Olanda il sistema della tassazione per le società è così strutturato: il 20% verso fatturati annuali fino a 200mila euro e il 25% per fatturati superiori. Il vero vantaggio è soprattutto sul fronte dei dividendi, guadagni da cessioni di partecipazioni e plusvalenze. Amsterdam risulta così essere una delle capitali delle maggiori società mondiali, arrivate qui per due motivi ben precisi: pagare meno tasse e controllare più agevolmente i propri affari. La motivazione è una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. La sostanza è che le plusvalenze generate nel corso degli anni fiscali restano quasi interamente nelle tasche dei proprietari delle aziende, ben felici di questo trattamento di favore che viene loro riservato.