Incassi un aumento record del 497,2% e ti rendi conto che devi preoccuparti per un probabile crollo imminente. Succede al mercato italiano dell’auto che, a marzo, ha registrato 169.684 immatricolazioni, appunto con una crescita di quasi il 500%. Ma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, mette in guardia contro facili illusioni.
Perché il confronto è fatto con il marzo 2020 che è stato il primo mese interessato dagli effetti della disastrosa gestione pandemia. Una gestione che, grazie a Speranza, aveva fatto registrare un vero crollo delle immatricolazioni scese a 28.415 unità. Se si confronta il dato del mese scorso con quello dell’ultimo mese “normale”, marzo 2019, la crescita sparisce e si registra anzi un calo del 12,7%.

Il boom teorico è comunque stato sostenuto dagl incentivi che non hanno riguardato solo le auto elettriche ma anche le vetture “tradizionali”. Un provvedimento che serve alle case automobilistiche per sostenere i costi della transizione verso le vetture elettriche. Peccato che i fondi stanziati per gli incentivi alle auto tradizionali per il primo semestre 2021 siano praticamente esauriti.
Oggi, 1° aprile, i fondi disponibili – assicura Quagliano – ammontano a 15 milioni di euro, una cifra sufficiente per la prima settimana del mese dopodiché il mercato dell’auto subirà in pieno l’impatto della pandemia con effetti devastanti. Basti pensare che durante il lockdown di aprile 2020 le vendite calarono del 97,5%. “E’ quindi assolutamente necessario – sostiene Quagliano – che il Governo rifinanzi in maniera adeguata, per l’intero 2021, lo stanziamento necessario per gli incentivi alle auto ad alimentazione tradizionale con emissioni comunque contenute. In mancanza di un rifinanziamento tempestivo ed adeguato il mercato dell’auto nel 2021 collasserà e non si può pensare che il sistema economico italiano recuperi l’effetto della pandemia con un comparto di straordinaria importanza, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, in coma profondo”.