Qualcuno, nella famiglia Meloni di governo e nel circolo della Garbatella, continua a raccontare la favola dell’ottimo andamento dell’economia italiana. Utilizzando i dati secondo convenienza. Così l’ulteriore rallentamento del PIL nel secondo trimestre passa inosservato mentre si gongola per l’incremento del 12% delle immatricolazioni di auto ad agosto. Peccato che, mantenendo il trend di crescita dei primi 8 mesi dell’anno, il 2023 si potrebbe chiudere con 1.583.993 immatricolazioni e quindi con una crescita del 20% sul 2022. Un dato molto lontano dai 2milioni indispensabili per la sostituzione annuale delle vetture più vecchie.
Nel 2019 – ricordano al Centro studi Promotor – le radiazioni annue furono 1.540.680. Nel 2021 furono ancora 1.491.281, ma nel 2022 sono precipitate a 1.051.834 e nel 2023 stanno scendendo ancora e potrebbero arrivare sotto quota 1.000.000.
La crescente povertà degli italiani, frutto della demenziale politica estera e dell’inesistente politica economica, impedisce non solo di passare all’elettrico ma anche di rinnovare il parco circolante. Dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor emerge, non a caso, che in agosto ben il 72% dei concessionari giudica basso il livello dei nuovi ordini.
Una situazione destinata a non migliorare sino a quando si penalizzerà il settore con le accise sulla benzina, o con i rincari in ogni ambito non accompagnati da un adeguamento dei salari all’inflazione reale.