L’articolo di ieri, del Direttore, sulla Wagner russa e sull’ambizione cinese di costituire un reparto simile da impiegare in teatri di tensione e conflitto senza un diretto coinvolgimento dell’Esercito Popolare, mi ha fatto pensare a molte cose. Soprattutto a Bob Denard. Il mercenario per eccellenza. E mi viene in mente una canzone: “Parlami della tua disperazione, /io ti parlerò della mia /intanto il mondo va avanti /intanto il sole /e le lucenti stille di pioggia /si spostano /attraverso il paesaggio…”
Le oche selvagge. La canzone dei mercenari in Africa. I vecchi mercenari la intonarono orgogliosi, il basco da parà in testa, al funerale di Bob. Che morì vecchio. E afflitto da Alzheimer. Strana fine per un uomo che aveva attraversato tutte le guerre africane del secondo novecento. E che, verso la fine, era stato in Afghanistan. Ad aiutare un’altra leggenda. Il comandante Massud, il Leone del Panshir, che con i suoi tagiki teneva testa ai Talebani. Che, per inciso, allora godevano del pieno appoggio statunitense.
Una vita che fu un romanzo. Tanto che Clint Eastwood fu sul punto di farne un film. E incontrò Denard. Il progetto naufragò. Peccato. Clint aveva la faccia giusta per interpretare il mercenario, che scatenò rivolte, rovesciò Presidenti, giocò con i servizi segreti. Insanguinò con le sue imprese mezza Africa. Ma difese, anche, la disperata rivolta dei biafrani in Nigeria. E quella dei Karen in Birmania. Popoli che stavano subendo un autentico genocidio.
“Non è per il denaro. Non è mai stato solo per il denaro” dice uno dei personaggi alla fine de “I mastini della guerra”. Il romanzo sui mercenari di Frederick Forsythe. Era, probabilmente, vero. Allora.
Certo, Denard e altri, non erano eroi nel senso usuale del termine. E, sicuramente, non erano…buoni.
Però erano uomini liberi, dotati di orgoglio e di un loro senso dell’onore. Avevano scelto una vita di rischio, quasi sempre breve, piuttosto della monotonia, grigia, della quotidianità borghese. Personaggi che, in fondo, sembravano venire fuori da un romanzo di Salgari. Yanez de Gomera. Quei romanzi che tanto amava Ernesto Che Guevara. E che determinarono le sue scelte di vita molto più del Capitale di Marx. Che dubito avesse davvero letto…
I mercenari di oggi, russi, americani, prossimamente anche cinesi, sono tutt’altra cosa. Professionisti della guerra. Creati e addestrati per operazioni che i governi vogliono portare avanti, senza però assumersene la diretta responsabilità. Anche se, ovviamente, è il segreto di Pulcinella….
Sono, come si usa dire, Contractors. Al servizio talvolta di Stati, più spesso di poteri e interessi economici. Professionali nel combattere. Nell’uso delle più moderne tecnologie. Nessuno, credo, dedicherà mai loro delle ballate, come quella che Pino Caruso cantò al Bagaglino, con testo di Pingitore. Dedicata al Mercenario di Lucera, caduto in Katanga. Dove Denard era uno dei principali comandanti.
Nessuno, ai funerali di questi Contractors, professionisti di una concezione sempre meno umana della guerra, intonerà “Le oche selvagge”.
Non si cantano inni di saluto a quelli che sono, ormai, sempre di più degli…impiegati.