Sul suo account di Twitter, il giornalista e direttore del TG5 Clemente Mimun ha dato il triste annuncio della dipartita del celebre paroliere italiano Franco Migliacci, morto alla veneranda età di novantadue anni in una clinica privata di Roma circondato da amici e familiari, dopo aver avuto una lunga e brillante carriera dietro le quinte della musica leggera del nostro paese, con collaborazioni di autori del calibro di Ennio Morricone e Paul Anka.
Il paroliere, nato nel 1930, era originario di Mantova e fu co-autore e scrittore di brani per numerosi e celebri artisti della canzone italiana, tra cui possiamo citare tra tutti Gianni Morandi (“Andavo a 100 all’Ora”, “Fatti mandare dalla Mamma”, “C’era un ragazzo”, “In Ginocchio da Te”), la divina Mina (“Tintarella di Luna”), Fred Bongusto (“Una rotonda sul mare”), Patty Pravo, Jimmy Fontana, e Rita Pavone.
Migliacci raggiunse l’apice del suo successo nel 1958 quando insieme al leggendario Domenico Modugno scrisse la celebre “Nel Blu Dipinto di Blu”, le cui parole hanno fatto il giro del mondo rendendola un simbolo della cultura del nostro paese all’estero e segnando, insieme allo storico cantante, una pagina indelebile nella storia della musica leggera italiana. Il prolifico sodalizio tra i due si interruppe in seguito nel 1960.
Spaziò moltissimo nella sua attività di paroliere, firmando anche i testi di diverse sigle di celebri cartoni animati tra gli anni ’70 e ’80 come Heidi, Lupin III, Mazinga e Daltanious.
Durante la sua carriera costellata di grandi successi che hanno contribuito a definire la musica pop e la cultura di massa di una generazione, egli non fu solo paroliere ma anche produttore discografico (fu produttore del primo LP di Renato Zero), editore musicale e talent scout per diverse etichette discografiche, nostrane e non.
Ebbe anche una parentesi come doppiatore negli anni ’70, diventando il primo a doppiare in italiano l’attore Klaus Kinski e partecipò nel 1957 alla rappresentazione di “Il Cavaliere Senza Armatura” di Italo Calvino, per la regia di Guglielmo Morandi nell’ambito delle “prose televisive” della RAI.
Fu anche dal 2003, per due anni, presidente della SIAE, posizione da cui dette le dimissioni dopo le accese proteste di alcuni iscritti dell’associazione, tra cui spiccavano nomi come quello del cantautore genovese Gino Paoli, che non ritenevano Migliacci come “rappresentativo” degli interessi dell’associazione e dei suoi iscritti.
Si dà quindi l’addio, non senza una certa tristezza, a un’eminenza grigia della storia della nostra cultura popolare contemporanea che, in un modo o nell’altro, ha toccato l’orecchio e la vita di tantissimi giovani italiani, ora in maggioranza adulti, che ricordano senza saperlo le parole dei suoi testi.