Marina Abramović è un’artista di origine serba che a partire dagli inizi degli anni Settanta ha fatto del suo corpo il principale strumento di comunicazione e di ricerca artistica. È conosciuta per le sue performance estreme e dirette, durante le quali spesso si è trovata in condizioni di sofferenza e durezza sia dal punto di vista psicologico sia fisico. I suoi lavori sono capaci di stupire e far riflettere. Vediamo qui di seguito le migliori performance di Marina Abramović.

“Se qualcuno mi affida il suo tempo io lo trasformerò in esperienza”
Le migliori performance di Marina Abramović
Rhythm0, 1974
Rhytm 0 è una delle migliori performance di Marina Abramović e anche delle più forti sotto tanti punti di vista. L’artista si trovava nello Studio Morra a Napoli, dove decise di offrirsi totalmente a dei visitatori sconosciuti, che immediatamente diventarono parte attiva della performance. Mise loro a disposizione su di un tavolo numerosi oggetti, alcuni capaci di provocare piacere e altri dolore. Esortò il pubblico a sentirsi libero di prendere qualsiasi elemento e di farne ciò che voleva su di lei.

La situazione presto degenerò, infatti i presenti usarono catene, le tagliarono i vestiti, le fecero un taglio sul collo con una lametta, le ferirono la pancia con le spine di una rosa, fino anche ad arrivare a puntarle una pistola alla testa e tentare approcci sessuali. Questa performance mostra con estrema chiarezza la concretezza dell’effetto Lucifero, per cui circostanze favorevoli possono potenzialmente condurre chiunque a esercitare azioni crudeli.
Balkan Baroque, 1997
La sua performance intitolata Balkan Baroque fu vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997. Attraverso di essa, Marina Abramović ha voluto denunciare la sofferenza e la violenza che hanno caratterizzato le dure guerre civili tra il 1991 e il 1995 nella ex Jugoslavia. Durante questa performance l’artista sedeva di bianco su moltissime ossa di animali, che puliva per diverse ore per quattro giorni consecutivi. Ciò che colpiva di più i visitatori, oltre alla durezza della scena, era il forte odore di carne avariata, che contribuiva a sottolineare il messaggio della performance.

Relation works
Con il titolo Relation Works, Marina Abramović, ha voluto indicare le diverse performance realizzate insieme al performer tedesco Ulay, suo compagno nella vita e nell’arte.
Imponderabilità, 1977
Performance realizzata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1977, Marina e Ulay si posizionarono completamente nudi ai lati dell’entrata costringendo i visitatori a passare loro in mezzo. Questi erano quindi posti in una condizione di disagio e imbarazzo, la cosa interessante fu osservare il loro comportamento. In particolare se si fossero posizionati verso Marina, quindi il corpo femminile o verso Ulay.

Rest Energy, 1980
Si tratta di una delle performance di Marina Abramović più pericolose. Infatti, ella si pose in una condizione di estrema vulnerabilità, affidando la sua incolumità nelle mani del suo compagno. Per quattro minuti e venti secondi Ulay teneva in mano un arco con la corda tesa e la freccia puntata verso il cuore dell’artista Marina. Ad aggiungere pathos a questa incredibile performance furono degli amplificatori che permettevano di far sentire il battito del cuore accelerato e la respirazione.
The Lovers: the Great Walk Wall
Nel 1988 la storia d’amore tra Marina Abramović e Ulay giunge al termine, e quindi decidono di fare l’ultima performance insieme in un luogo particolare. Dopo 8 anni di sforzi per ottenere i permessi, riuscirono finalmente a percorrere l’uno verso l’altra la Muraglia Cinese, per finire con il dirsi addio. Lei partì dal fiume Giallo a sud e lui dal deserto di Gobi. Tutto venne testimoniato attraverso delle riprese.
The artist is present, 2010
Un’altra delle migliori e più commoventi performance di Marina Abramović è The artist is present realizzata nel 2010 al MoMa di New York. L’artista ogni giorno sedeva dietro un tavolo, di fronte al quale potevano sedersi i visitatori uno per volta. L’unica regola era il silenzio e il fatto di non potersi toccare, l’unico contatto doveva avvenire attraverso lo sguardo. Però per la prima volta Marina fecce uno strappo alla regola, quando improvvisamente si trovò di fronte il suo vecchio compagno Ulay. Fu uno dei momenti più toccanti, con gli occhi pieni di lacrime si sfiorarono le mani scambiandosi poche parole e commovendo tutti i visitatori presenti.