Ancora un paio di settimane ed il governo dei Migliori dovrà comunicare se i sudditi otterranno la concessione di votare in primavera per eleggere i propri sindaci in scadenza o se, al contrario, il voto verrà rinviato a quando Sua Divinità lo riterrà opportuno. Non è che siano in tanti a stracciarsi le vesti. Anche se il Pd, il principale sostenitore del rinvio, sta rifacendo i calcoli e scopre che, probabilmente, gli converrebbe votare alla scadenza regolare.
In direzione opposta il cambiamento di rotta del centrodestra governativo. Ma anche il rinvio rappresenta un rischio. Perché il governo dei Migliori ha iniziato nel peggiore dei modi e difficilmente migliorerà in tempi brevi. Dunque i sudditi potrebbero punire chi si è venduto per un po’ di poltrone senza ottenere, in cambio, qualcosa di decente per il Paese.

Potrebbe approfittarne Fdi, che ha rifiutato l’idea dell’ammucchiata. Per poi presentarsi, alle elezioni comunali, con i partiti che Meloni critica per il sostegno a Sua Divinità. Niveaux différents, è l’alibi. Differenti livelli a cui non crede nessuno. Ciò che conta è vincere con chiunque ci sia e ci stia. Già, ma vincere dove? A Roma il candidato del centrodestra non c’è. A Milano neppure, a Napoli poco di più. A Torino c’è ma rifiuta l’etichetta di centrodestra e si circonda di consiglieri, a partire dall’ambito culturale ed economico, che hanno sempre respinto ogni idea che potesse sembrare vicina alla destra ora meloniana.
In questa situazione, e con questi ritardi, il centrodestra marcerebbe sicuro verso una disfatta al Nord come al Sud e pure al Centro. Senza un cambiamento radicale negli atteggiamenti non conquisterebbe nessuna delle grandi città. Pur confrontandosi con candidati sinistri men che modesti. Perché a Roma la sinistra tenta di convergere su Gualtieri mentre i 5 Stelle rivogliono la Raggi. E intanto l’unica candidatura è quella di Calenda.

Napoli dovrà fare i conti con l’uscita di scena del pessimo De Magistris che ha lanciato Alessandra Clemente. Ma Pd e 5 Stelle potrebbero trovare una convergenza su Fico o su Amendola. Però vuol tornare in pista persino Bassolino. Un caos che potrebbe agevolare, al primo turno, l’eventuale candidatura di Catello Maresca per il centrodestra. Non proprio entusiasmante. E se manca l’entusiasmo, è difficile vincere il ballottaggio.

Quanto a Milano, i nomi dei candidati paiono individuati solo per dare un volto a chi verrà sconfitto da Sala. Rasia, Crolla (cognome perfetto per una batosta), Santa Maria, Lupi? Chi riuscirà a farsi battere da un sindaco fazioso, scorretto, banale come Sala?
Ma allora, a che serve cercare un’alleanza di mero potere per un potere che non ci sarà?