“C’è una domanda che assilla i telespettatori”. È La Stampa ad illuminarci su un dubbio che attanaglia milioni di italiani, miliardi di esseri umani sull’intero pianeta.
Non è la banalità della fame nel mondo o della pace universale. Non è neppure un egoistico interesse sul futuro dei propri figli o sulla pensione dei propri genitori. Macché.
L’assillo di chi accende il televisore riguarda un tema più appassionante, struggente, impellente: Asia Argento sarà ancora tra i giudici di X Factor?
Indubbiamente la domanda è fondamentale, il dubbio struggente.
Chissenefrega dei barconi nel Mediterraneo di fronte ad una simile incertezza. Meno male che il quotidiano di De Benedetti-Elkann ci informa anche su uno scambio di messaggi tra l’attrice (attrice?) ed uno dei miliardi di suoi fans.
Messaggi sui rispettivi sogni relativi alla partecipazione al programma televisivo.
Non entriamo nel merito di accuse e controaccuse di carattere sessuale, fatti loro, vicende di un mondo disgustoso caratterizzato da comportamenti ignobili e da rapporti dello stesso livello.
Ma che la presenza di un personaggio di questo genere in un programma tv possa assillare “i telespettatori” e non “qualche raro telespettatore” diventa un reale problema per un Paese che non può illudersi di avere un futuro su queste basi.
Inutile discutere di investimenti, di salto di qualità, di professionalità e competenze. I telespettatori, che rappresentano pur sempre una quota consistente della popolazione, sono assillati dal dubbio sulla presenza di Asia Argento.
Perché finito il tempo dei 60 milioni di commissari tecnici esperti di calcio, dimenticati i 60 milioni di architetti ed ingegneri impegnati a discettare su ponti e viadotti, ora è il momento di 60 milioni di giudici canori. Neanche fossimo allo Zecchino d’oro.
Forse bisognerebbe spiegare a La Stampa che “i telespettatori” guardano anche altri programmi. E persino chi decide di farsi del male con X Factor è in grado di sopravvivere alla mancanza di Asia Argento.
I tossici, in questa vicenda, non stanno dalla parte di chi guarda il programma.