Una voce splendida che le avrebbe permesso di essere la regina della musica italiana. Un incontro con Strehler che la trasformò in una parodia di se stessa, di assoluta antipatia e spocchia.
Forse la battuta migliore su Milva, arrivata agli 80 anni, è quella di Bice Valori che la invita a non dimenticarsi di essere una figlia del popolo, la “pantera di Goro”, appunto.
Ma i festeggiamenti per il compleanno della cantante del Delta offrono anche la possibilità di comprendere quanto male abbia fatto Strehler. Che non è riuscito a rovinare Ornella Vanoni (tutt’altro), ma ha trasformato Milva in una diva snob e Brecht in una macchietta. Mackie Messer contro il pescecane quando i pescecani sono diventati i radical chic anti popolari, i cantanti snob che si sentono divi lontanissimi dal popolo da cui provengono e dai Mackie Messer armati di coltello (d’altronde anche Bacchelli, nel Mulino del Po, spiegava che lungo il grande fiume nessuno era così povero da non possedere un coltello..).
E lo stesso vale quando Milva canta “Non piangere più Argentina”: un’artista che si vergogna delle sue origini popolari canta Evita che al suo popolo ha dedicato tutta la vita.
Restano le qualità vocali, interpretative. Meglio limitarsi ad ascoltare Alexander Platz senza guardare i video in cui lancia i suoi capelli ovunque per farli notare. Meglio ascoltare La Rossa senza infastidirsi per le smorfie altezzose. Oppure si possono scorrere i filmati nei quali Milva interpreta le canzoni della Germania di Weimar e poi quella degli anni seguenti sino ad arrivare a Lili Marleen. Una Germania che usciva dal disastro della prima guerra mondiale tra fame e depravazione. Ma che era sicuramente più simpatica della Germania di Merkel e van Leyen.