Mi giunge notizia che l’Isis avrebbe minacciato di morte il nostro Ministro degli Esteri. La fonte è autorevole e serissima. Il TG nazionale. Non dico testata e giornalista, perché non sono uso fare pubblicità ai comici di quart’ordine. Nè mi occupo di parodie fantapolitiche. E poi me l’hanno riferito. Non guardo più i TG da un anno e mezzo. Da quando sono diventati la voce, unica, del novello Comitato di salute pubblica…
Ora, so bene che sparlare di Di Maio è cosa facilissima. Ovvia e banale. È uno dei massimi comici (involontari) sulla scena nazionale e internazionale. Mi immagino ancora le risate di Vladimir Putin quando gli riferirono che il nostro Ministro aveva, in conferenza stampa, definito la Russia un paese mediterraneo. Lo sarà presto! Avrà commentato. Per poi, magari, canticchiare “Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare…” in versione russa…

Però una minaccia dell’Isis è cosa seria. Anche perché arriva in ritardo di alcuni anni. Perché da tempo, ormai, ha cambiato nome in Califfato Islamico. Ma l’estensore della lettera minatoria, evidentemente, non era aggiornato. Certe cose sono sottigliezze per esperti… per gente che conosce un po’ di storia, e che, magari, sa leggere una carta geografica. Merce rara di questi tempi. Soprattutto negli uffici stampa…
Comunque una minaccia del terrorismo islamico non è cosa da prendere sottogamba. Anzi, è una vera e propria consacrazione. Perché crea al nostro una statura politica internazionale. E la crea… dal nulla. Dal vuoto assoluto.Pensateci… Gli eredi di al – Baghdadi, il Califfo Nero, nelle loro tane, che pregano e meditano riscosse e vendette. E che stanno organizzando una nuova offensiva, approfittando che l’eroico mondo occidentale, i Crociati se ne stanno nascosti sotto il letto per paura del Covid. Così le nere insegne del Califfato stanno tornando a sventolare in molte terre. Dal Medio Oriente al Maghreb. Dall’Africa sub sahariana all’Asia profonda. Nel silenzio, questa volta, dei Media. Preoccupati solo della variante Delta, che provoca micidiali raffreddori.
Insomma, dopo un periodo di sconfitte e ritirate, un buon momento per gli strateghi dell’Islamismo radicale. E questi di che si preoccupano? Del Ministro degli Esteri italiano. Ovvero del popolare Giggino, che si aggira per i corridoi della Farnesina con un’espressione da Alice nel Paese delle Meraviglie…
E che possono temere? Una invettiva feroce contro il congiuntivo e la sintassi italiana? La minaccia di mandare Fico e Zan in visita in Iraq? L’invio di truppe da sbarco formate da beneficiari del reddito di cittadinanza? Magari montati su monopattini e banchi a rotelle…
Certo che, però, quanto è avvenuto deve essere per noi, sudditi italiani, motivo di orgoglio. Credevamo di non contare nulla sulla scena internazionale. Di essere il due di coppe quando la briscola sta a bastoni. I leader europei trattano i nostri rappresentanti come camerieri. O venditori ambulanti di bibite. Le decisioni vengono prese altrove. Tutte. Anche, anzi soprattutto quelle che determinano il nostro destino come popolo. Il periodo più buio della storia italiana. Senza termini di paragone.

E poi arriva, strombazzata, la Notizia! I terroristi islamici minacciano Di Maio! Hanno paura di lui! Un vero statista, lo ha definito, a suo tempo, Beppe Grillo. Che di professione fa il comico….
2 commenti
…che FACEVA il comico(oggi non
gli si addice neppure quaquaraquà) quando esserlo era una cosa seria,tanto quanto l ottima ironia scelta, oggi, per l articolo,e che richiede studio oltre all intelligenza.
Purtroppo è una falsa notizia e quindi dovremo continuare a tenerci questo ignorante che quando parla dice solo idiozie.
Di Maio è la dimostrazione che anche il silenzio è il migliore sistema per non fare capire che non conosciamo la geografia !!!!