Neppure i chierici di regime credono alle menzogne che elargiscono quotidianamente a proposito della meravigliosa tenuta dell’economia italiana. Ormai le crepe nella narrazione ufficiale cominciano a moltiplicarsi. Ci si rassegna all’idea che l’autunno, grazie alle non solo demenziali ma ormai anche criminali politiche economiche degli atlantisti, sarà un disastro. Massimo Giannini, direttore della Busiarda (La Stampa) pretende sacrifici delle famiglie italiane per proseguire con la brillante agenda Draghi e con la sua domanda retorica: “Volete la pace o il condizionatore?”.
In autunno, invece, non avremo la pace, perché gli atlantisti non la vogliono, e neppure il riscaldamento. Neanche il lavoro, in molti casi, poiché aziende di ogni settore sono destinate a chiudere, schiacciate dal costo dell’energia (effetto delle sanzioni suicide) e dalla concorrenza sleale dei padroni statunitensi.
Qualcuno, al di fuori dei partiti, pensa però a come affrontare la situazione destinata a diventare drammatica. Lo fa Mio Italia, l’associazione degli operatori del settore della ristorazione e dell’accoglienza.
“La nostra idea – spiegano in una nota Mirko Zuffi, Raniero Albanesi e Ferdinando Parisella – è quella di sviluppare una serie di punti nevralgici, perché, al di là della falsa narrativa, il 2022 che si va ormai concludendo non è stato l’anno della ripresa, come certificato in tutta Italia, dal crollo dello scontrino medio.
E veniamo ai punti per creare uno “scivolo di tutela covid” per imprenditori finiti in forte crisi e/o in liquidazione:
A) le aziende in difficoltà che entrano nel vortice della liquidazione dovranno essere elencate sotto “liquidazione covid”, un’eccezione oggettiva che si rafforza, negativamente, con i problemi del 2022 (crisi energetica, guerra, inflazione etc).
B) Le procedure nei confronti di tutti i debitori dovranno essere inquadrate anziché dietro art. 182-bis l. fall., laddove possibile, direttamente in una fase di rientro lunga e non al 100% del credito, procedura seguita da un tutore legale e commerciale, che aiuti il liquidatore a dilazionare o annullare ove possibile i suoi debiti contratti, aiutando però il creditore con una manovra eversiva che vedrà riconoscersi il costo effettivo e l’IVA di quei prodotti venduti direttamente dallo Stato come credito d’imposta. In pratica i creditori possono essere pagati meno ma i fornitori continuano il rapporto e i dipendenti continuano a lavorare, le due categorie principali che possono essere agevolate anche in questa fase.
C) Riscossione immediata dei crediti tramite ente esterno, che trasformi in credito d’imposta la quota ma che sia utilizzabile anche a far fronte ai debiti del punto B. Ed i crediti non più esigibili che vengano quantomeno riconosciuti come, in fase procedurale, come garanzia nella fase di liquidazione almeno al 70% sempre come crediti d’imposta o garanzia verso le banche (esistono le stock option ed il bonus 110% perché non potremmo utilizzare i crediti come “garanzia e diritto di prelazione” per l’acquisto di nuovi beni preventivamente inseriti in un elenco in tribunale in un momento così difficile e malgestito?).
D) Sospensione temporanea dell’art.105 in una fase gestibile, altrimenti applicando lo stesso articolo ma con l’opportunità di dare un valore a tali beni ed essere liquidati dalle banche verso l’acquirente che tramite procedura controllata li compra. Altrimenti inseriti nel mercato delle vendite ma velocizzando tutte le attuali difficoltà procedurali che riguardano i beni mobili (salvo apparecchiature fuori norma). Per gli immobili possibilità di gestirli direttamente dalle banche (oltre al curatore) che sono poi le figure che concretamente devono seguire l’offerta di finanziamento all’acquirente però impostando da subito dei tassi fissi e le una durata differente dallo standard.
E) L’imprenditore dovrà essere immediatamente slegato da tutte le fasi procedurali, salvo bancarotta fraudolenta precedentemente individuata, ma soprattutto dovrà avere l’opportunità di proseguire la sua vocazione da imprenditore (qualora lo volesse) con l’immediata cancellazione dai registri interbancari ed extra bancari che lo hanno segnalato “durante” il periodo covid, periodo che individuiamo da gennaio 2020 quando iniziava a farsi largo nei Tg -il problema della diffusione di un virus in Cina- e proporzionalmente in italia (e nel mondo) registravamo un drastico calo dei fatturati a causa dell’effetto nocivo della globalizzazione.
A fronte quindi di un dettato normativo attualmente non chiaro, gli organi della procedura sono chiamati ad una difficile scelta, scelta che deve essere fatta tenendo conto di tutti gli elementi in gioco per salvare imprese e famiglie Italiane”.