Che bella l’idea della mobilità dolce, della velocità sostenibile. Piano, piano, più piano, quasi fermi. Pare, ma le ricerche non si sono ancora concluse, che se le auto restano ferme, non provochino incidenti mortali. Ed i Tir, in città, non devono neppure entrare. Perché – Mario Tozzi docet – le città sono state costruite pensando ad una mobilità basata sui cavalli, sulle carrozze e sui pedoni. Ovviamente la nuova sensibilità ambientalista ha cancellato l’idea che si possa sfruttare un cavallo per farsi trasportare. Anatema su chi pensa di far trainare una carrozza da un cavallo o un bue.
Dunque le città dovranno tollerare solo il transito dei pedoni. O delle biciclette. E dei monopattini. Non è chiaro come si sposteranno i gretini della mobilità sostenibile quando vorranno andare in vacanza alle Maldive o sulle Montagne Rocciose. Forse raggiungeranno l’aeroporto con la valigia caricata sul monopattino elettrico e pubblico. E poi voleranno su un aereo a pedali.
Più complicato garantire il pasto quotidiano. Via i Tir dalle città, afferma Tozzi. E Tozzi è uomo d’onore. Peccato che i maledetti Tir trasportino le derrate alimentari destinate alle città. E allora il cibo arriverà sui treni. Che, indubbiamente, nelle città si fermano. Ma non nelle campagne dove il cibo si produce. Allora possiamo inquinare e mettere a rischio la vita di chi abita nelle campagne e nei piccoli paesi ma non quella di chi sta in città. E che già dovrà raggiungere la stazione in bicicletta per servirsi direttamente dal treno. Mica si può pensare di utilizzare camion e furgoni per il trasporto dalla ferrovia ai negozi!
Già, ma c’è anche il lavoro. E non tutti hanno una occupazione sotto casa o all’angolo della strada. Vai con il monopattino. E se piove ti arrangi. Va bene, si può essere tolleranti ed ammettere la sopravvivenza di tram ed autobus. Purché viaggino a meno di 30 km orari. Una meraviglia trascorrere il proprio tempo sui mezzi pubblici, schiacciati come sardine, per andare al lavoro, per tornare, per far la spesa. Ed allora, consapevole che tutto il bel discorso sulla mobilità sostenibile è una fregatura, il sindaco di Milano ha una bella pensata: si vieta il traffico delle auto in un centro sempre più vasto, si penalizza nel resto della città con il limite dei 30 km orari e si incentiva l’utilizzo dei mezzi pubblici. In che modo? Ma aumentando il prezzo del biglietto. Geniale.
La tendenza, però, è questa. Una delle autostrade più care d’Italia, la Torino-Aosta, ha introdotto il limite dei 110 km orari. Pagare per andare piano ed impiegare più tempo per raggiungere località dove tutto costa sempre più caro. Ovviamente senza tener conto di chi si muove per lavoro e, dunque, caricherà sui costi finali tutte le ore perse per trasporti, trasferimenti, code infinite per entrare in città e per spostarsi.
Ma non ci staranno prendendo in giro?