Riccardo Molinari, capo dei deputati della Lega e leader della Lega piemontese, deve avere un sosia, almeno a dar retta al quotidiano online Lo Spiffero, notoriamente ben informato sugli aspetti poco edificanti della politica subalpina.
Molinari 1, nel poco affollato comizio torinese di Salvini, era intervenuto spiegando che la Lega era dalla parte del popolo, contro le oligarchie e gli sfruttatori. Bene, bravo, bis.
Molinari 2, secondo Lo Spiffero, sarebbe stato pronto ad offrire la vicepresidenza del governo regionale piemontese e l’assessorato strategico all’economia a Licia Mattioli, ex presidente degli industriali torinesi e vice presidente di Confindustria. In altri termini il braccio destro del compagno Boccia, sempre schierato contro il popolo e contro i lavoratori.
Molinari 1, sempre secondo il quotidiano, ci avrebbe già ripensato, bloccando i sogni di gloria di Mattioli che sarebbe già stata pronta ad accettare l’incarico.
È vero che la composizione della giunta non è agevole, anche per la mancanza di figure di spicco tra gli eletti. Però la scelta di Mattioli avrebbe rappresentato un insulto alle periferie che, pochi giorni orsono, avevano premiato la Lega fidandosi di Molinari 1. Presidente degli industriali benché guidasse un’azienda di tipo artigianale, vicina al compagno Boccia, in ottimi rapporti con tutto il Sistema Torino che ha rovinato la città, in stretta relazione con le fondazioni bancarie che hanno finanziato le politiche della sinistra piemontese, schierata dalla parte di Chiamparino, amicissima di Evelina Christillin che non vuole certo rinunciare a nuovi ruoli che garantiscano visibilità. Tutto questo rappresenta un curriculum adatto per diventare assessore in quota Lega?
Per fortuna Molinari 1 è quello del comizio in piazza e, per il momento, sembra aver sconfitto il sosia Molinari 2. Ma è sempre meglio vigilare.