E così, alla fine, i Mondiali di calcio sono iniziati. E come tutti sanno l’Italia non ci sarà. Sulle motivazioni tecniche si è già scritto tutto e il contrario di tutto. Invece per le implicazioni sentimentali si sono usate espressioni tragiche e spesso sopra le righe, quali “tragedia”, “catastrofe”, “cataclisma”, e via iperboleggiando.
Parole, come dovrebbe essere ovvio, del tutto fuori luogo, e che andrebbero usate per eventi ben più gravi.
Penso invece che, per la prima volta, noi tutti avremo la prerogativa di guardare le partite (perché le guarderemo, c’è da esserne certi) senza l’ansia del tifoso, senza sperare che questa o quella nazionale, pur essendo oggettivamente forte, possa perdere con altri per non doverla incontrare noi. Insomma seguiremo il campionato con uno spirito più “sportivo”, meno fazioso e saremo più attenti soltanto al bel gioco.
Certo gli appassionati saranno interessati alle evoluzioni dei giocatori che militano nel nostro campionato. Sono tanti, ben oltre cinquanta, e terranno in apprensione i tifosi per il timore che si possano infortunare e mancare a rinforzare le loro squadre del cuore quando, ad agosto, riprenderà la serie A. Oppure osserveranno con attenzione i giovani che sono già stati avvicinati dai responsabili tecnici delle nostre squadre, come è già successo per il giovane centrocampista russo Golovin nel corso della partita di esordio.
Ma per noi che saremo più o meno disinteressati ai risultati, si tratterà di uno sguardo disincantato. Quasi un’estensione del calcio estivo che perlopiù si occupa di mercato. E dovremo magari rassegnarci a vedere il più delle volte partite mediocri, abituati come siamo a seguire le imprese delle squadre di club composte da giocatori che, al contrario dei nazionali, si allenano insieme tutto l’anno e sanno offrire prestazioni ben al di sopra delle selezioni dei vari stati; che, come si sa, si ritrovano un mesetto prima delle competizioni ufficiali e mancano di quell’amalgama alla quale siamo ormai abituati.
Ma per tutti gli Italiani che amano il calcio, sarà anche l’occasione di fare un sacrosanto bagno di umiltà. Quante volte è successo che la Nazionale Italiana si è presentata alle fasi finali dei campionati, non importa se mondiali o continentali, forte (si fa per dire) di un insieme di giocatori mediocri per non dire scarsi, che veniva eliminato da squadre composte da sconosciuti? Salvo poi leggere, o ascoltare, i commenti dei cronisti nostrani che si strappavano le vesti per presunti arbitraggi avversi, o che se la prendevano con il destino cinico e baro.
Godiamoci pertanto questo privilegio che consiste nel seguire questa competizione in modo sereno e distaccato. Per il puro piacere, e con la speranza, di vedere “soltanto” delle belle partite.
E come sempre: vinca il migliore (tanto non succede quasi mai…)