Nell’articolo sulle curiosità su Alessandro Magno abbiamo parlato di alcune parti della vita del condottiero macedone e di come, da bambino prediletto, sia divenuto Imperatore di un regno sconfinato. Alessandro Magno conquistò il gigantesco impero persiano, l’Egitto e tanti altri territori del Medio Oriente costruendo le fondamenta per qualcosa di unico, un Impero di culture differenti, il suo desiderio più grande. E riuscì a compiere tutto questo in soli 32 anni di vita. La morte di Alessandro Magno rimane però tutt’oggi un mistero irrisolto e soprattutto non si sa che cosa la provocò.
Negli anni, numerose teorie di studiosi ed esperti hanno provato a risolvere l’enigma della morte di Alessandro senza mai riuscire tuttavia a fornire risposte esaustive e dati certi. Possiamo dunque solamente ripercorre alcune di queste teorie che tentano da tantissimi anni di risolvere il mistero della morte di Alessandro Magno.

La morte e il testamento
L’inizio della fine giunse ad Ecbatana, una cittadina, oggi in rovina, del Medio Oriente. La morte improvvisa e inattesa del migliore amico di Alessandro, Efestione, segnò così tanto il re macedone che cadde in depressione per alcuni mesi, soffrendo dannatamente per il lutto. Alessandro, già assiduo bevitore, aumentò la dose giornaliera di alcool a 6 litri.
Tutto questo comportò un enorme stress per il condottiero e ad una lenta ed inesorabile fine per il suo corpo. La morte avvenne nel 323 a.C. a Babilonia dopo 14 giorni di agonia. In quel periodo Alessandro si era da poco ripreso dalla scomparsa di Efestione e stava programmando con i suoi generali un attacco all’Arabia e ai domini cartaginesi.
Durante gli ultimi giorni di agonia e probabilmente conscio della ormai vicina dipartita scrisse un testamento per i suoi successori in cui chiese la costruzione di templi in tutte le più grandi città del suo Impero, la continuazione del processo di unificazione culturale tra Grecia e Persia, la costruzione di un mausoleo in onore di suo padre Filippo II e la progettazione avanguardista di una strada che avrebbe dovuto estendersi lungo tutta la costa dell’Africa.

Le conseguenze della morte di Alessandro
Chiaramente tutte queste richieste non vennero mai esaudite. La morte di Alessandro decretò la fine del suo sogno imperiale e di tutti i suoi familiari. I due figli, Alessandro ed Eracle, ereditarono la corona del padre ma furono considerati non pronti e i generali macedoni di Alessandro elessero come reggente Antipatro. La presa di potere di Antipatro innescò una guerra civile. Nel corso della guerra morirono i due figli di Alessandro, una delle sue mogli, la madre Olimpiade e la sorella Cleopatra (omonima della leggendaria regina d’Egitto in cui abbiamo parlato in questo articolo).
Le teoria sulle cause della morte di Alessandro Magno
Si sono susseguite numerose teorie nel corso degli anni sulle cause della morte di Alessandro Magno. Tutte sembrano avere un pizzico di verità ma nessuna è mai riuscita a convincere tutti e a consolidarsi come verità assoluta. Purtroppo le fonti storiche pervenute fino ai giorni nostri sono poche e di difficile decifrazione. Le linee guida sono alcune pagine dei diari di Plutarco e Arriano, due storici greci rimasti al fianco di Alessandro durante gli agonizzanti 14 giorni che lo portarono alla morte. Non tutte le pagine dei diari sono sopravvissute; il che rende ancora più difficile investigare a fondo. Una cosa certa però c’è: un sintomo comune di cui soffrì Alessandro, ovvero la febbre alta da cui tutte le teorie partono e iniziano a ragionare.
Una prima possibile causa potrebbe essere ricondotta alla malaria (malattia contratta da Alessandro nel 336 a.C.), anche se solo in rari casi la malattia tende a uccidere in pochi giorni come per il caso di Alessandro. Ancora meno probabile l’avvelenamento. Ideale per romanzare le imprese di Alessandro ma non del tutto credibile dal punto di vista pratico. I sintomi elencati da Plutarco non sono riconducibili a veleno. Il veleno usato in tempi antichi agiva velocemente e non causava dolori intestinali e febbre. Quindi questa rimane solo una lontana ipotesi.
Le due teorie più recenti
Una teoria singolare è stata portata in auge negli ultimi tempi dall’Università neozelandese di Otago e precisamente dalla ricercatrice Katherin Hall. La Hall dopo ripetute analisi ha concluso che l’imperatore fu colpito dalla Sindrome di Guillain-Barré, sindrome neurologica progressiva che porta alla completa immobilità degli arti. Questo spiegherebbe il fatto della non decomposizione del corpo di Alessandro. La sindrome neurodegenerativa conduce al coma, è quindi molto probabile che Alessandro fu ritenuto morto ma che in realtà fosse solamente in coma; per questo il suo corpo non subì alcuna naturale degenerazione.
La teoria della dottoressa Hall venne però subito smentita grazie ad alcune controprove fornite dall’Università Aristotele di Salonicco. Un gruppo di ricercatori con a capo il Dott. Thomas Gerasimidis sottolineò come gli scritti di Plutarco e Arriano puntassero il dito contro sintomi quali febbre, dolori addominali e difficoltà respiratorie, sintomatologia questa estranea al decorso della sindrome di Guillain-Barré. I già citati sintomi invece portarono, più probabilmente, ai calcoli biliari che in un secondo momento causarono una grave necrosi pancreatica dovuta ai problemi di eccessivo alcolismo mostrati da Alessandro.
