Scorre, rapido, il carnevale di Halloween. Rapido e, tutto sommato, silenzioso. Quasi nessuno per le strade. Vuote. I gruppi di bambini sciamanti in maschere da fantasmi, mostri e streghe sono, ormai, pallido ricordo. Le feste, con zucche accese, finte ragnatele, teschi di plastica, si svolgono ormai solo all’interno. Nascostamente. Anche Halloween è sceso nelle Catacombe. E, in fondo, è il luogo che più gli si addice.
La nuova religione delle mascherine e del Divino Vaccino vieta gli “assembramenti”. In nome di una “emergenza” che per troppi è ormai divenuta abitudine. Quindi…normalità. Una normalità alienata, ma pur sempre normalità. Gli uomini, sotto la spinta della paura, sono capaci di adattarsi a tutto. Anche ad una condizione sub-umana.
Halloween dovrebbe essere proprio il Carnevale della Paura. Maschere orribili ed orride. Evocano mostri e, soprattutto, morti che ritornano. Perché in questa notte le porte degli Inferi si spalancano. E i defunti ritornano. A visitare, talvolta tormentare, i viventi.
Un insieme, anzi un intreccio di antiche tradizioni. Il Samhain celtico. La festa, veneta e arcaica, delle Lumère, quando si esponevano sulle finestre zucche intagliate. Per indicare la strada ai propri defunti, per i quali si usava, in parte ancora si usa, preparare il desco. E imbandirlo con formaggio salato, patate dolci, castagne…e soprattutto vino. Ma le zucche avevano forma di volti mostruosi. Per tenere lontani gli spettri inquieti ed ostili. Funzione apotropaica. Come le protomi gorgoniche sul frontone dei templi greci. Cui, per altro, assomigliano.
E, poi, la tradizione, tutta siciliana, dei Morti che recano doni ai piccoli discendenti. Forse ancora viva in qualche paese della provincia di Catania.
E poi i tipici dolci di questa festa.. Gli “ossi dei morti” e i pupi di marzapane in Sicilia. Le “fave” di pasta di mandorle a Venezia e Trieste. E le fave erano, nel mediterraneo antico, offerta per i defunti. Per questo Pitagora vietava ai suoi discepoli di cibarsene.
Tante tradizioni, usi, credenze. Confluiti in quel calderone caotico che è la cultura americana. E tornate, infine, a noi, sotto forma di un Carnevale Macabro. E consumistico.
Che irrita, e addirittura spaventa una parte del mondo cattolico. Di qui novene di preghiere per combattere quello che viene considerato il “culto di Satana”.
Non so… impossibile, credo, negare che, nella notte di Ognissanti, vi siano gruppi, sette dedite a riti…strani. E talvolta anche cruenti. Ma credo che il Diavolo non abbia bisogno di questo apparato scenico per manifestare il suo potere. E che abbia ben altri fedeli di quei folcloristici aderenti a pittoresche Chiese di Satana.
Fossi un cattolico tradizionalista e militante, vedrei con più preoccupazione l’amuchina al posto dell’acqua benedetta all’ingresso delle Chiese, i sacerdoti che dicono Messa con la mascherina, il battesimo impartito a distanza con uno spruzzino…
Il Diavolo non puzza più di zolfo, ma di disinfettante…
Halloween è il Carnevale dei Morti. Dei Fantasmi e della paura.
È una Danza Macabra in versione moderna. Una sarabanda folle e allucinata, come quelle che avevano luogo durante la grande Peste del ‘300, quella che fa da sfondo al Decameron di Boccaccio. Feste che assumevano toni licenziosi. Che si facevano sfrenate. Sino a divenire orge. Era un modo per evocare la vita. Ed esorcizzare la paura della morte.
Vedere fantasmi e zombie, maschere da film dell’orrore, agitarsi e ballare per le vie, piccole streghe e vampiri in miniatura suonare ai campanelli intimando “Dolcetto o scherzetto!”… ci aiuta a considerare la Morte come parte integrante della vita. A superare quella paura che ci paralizza. E che ci ha, ormai, portato ad un vero e proprio rifiuto dellla vita stessa.
Chiusi nelle nostre case divenute prigioni. Alieni da ogni rapporto sociale. Velati con maschere senza volto che, a ben pensarci, sono molto più spaventose di quelle dei mostri della festa. Incapaci di accettare ciò che siamo.
Il culto dei Morti è stato, ormai, abbandonato proprio per questo. Perché non vogliamo neppure pensare alla morte.
Con tutti i suoi difetti, almeno Halloween aveva una sua funzione. E, tutto sommato, metteva una sua, folle, allegria.