È un continuo stillicidio di necrologi e una quotidiana verifica di gravi infezioni tutte in persone plurivaccinate. Il fenomeno più allarmante è dato dalle morti improvvise di giovani, molto spesso sportivi e accuratamente monitorati dal punto di vista sanitario. Da aggiungere, malesseri e stati patologici vari in ambito tennistico e ciclistico.
Aldilà del sospetto calo delle difese immunitarie che colpisce principalmente gli anziani e le persone già compromesse, resta il fatto che di fronte a questi eventi piuttosto inquietanti una cappa omertosa si è calata sugli organismi scientifici preposti all’indagine clinica e su quelli di verifica di eventuali nessi colposi.
Mentre gli affaristi dell’epidemiologia già si attivano a reclamare dosi autunnali, a profetizzare varianti catastrofiche, a ipotizzare ritorsioni per i renitenti alla puntura, gli Ordini dei Medici e la Magistratura sono in equivoca catatonia.
Nessuna richiesta, da parte dei primi, di qualche commissione di inchiesta per verificare attinenze e correlazioni eventuali tra l’intruglio inoculato e gli ipotetici eventi avversi. Servilmente proni alle tanto patetiche quanto scandalose imposizioni di un ministro inopportuno e incompetente, si esibiscono solo in squallide persecuzioni senza entrare nel merito della validità o meno della questione sanitaria.
La Magistratura, per altro, sempre espressione della massima efficienza nel richiedere autopsie per i decessi naturali più evidenti, nonché iscrivere sanitari nel registro degli indagati parandosi dietro alla formula dell’“atto dovuto”, è inerte di fronte a denunce circostanziate e a segnalazioni particolareggiate. Per non parlare poi degli illeciti compiuti dai politici e dai tecnici, furbescamente blindati dietro al salvifico scudo emergenziale.
L’informazione, poi, bene attiva negli sproloqui imbevuti di falsità, distorsioni e ignobile subordinazione alle direttive del potere, si guarda bene dal dedicarsi a quel giornalismo investigativo che dovrebbe essere un dovere, da un lato, nel valutare l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni, e un elemento di prestigio, dall’altro, quello di poter istruire, educare il pubblico più vasto possibile. Invece no. Per viltà, per interesse, per servilismo, per pigrizia intellettuale e per regressione morale, i cercatori della verità e i difensori della obiettività sono diventati i propagandisti della menzogna e i maggiordomi della faziosità. Quasi tutti agenti pubblicitari del regime.
“Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”, ha avvertito Abraham Lincoln. E quando questa cortina di impostura e di omertà cadrà, sogno una impietosa resa dei conti.