Uno dei tanti capolavori della diplomazia statunitense contro la Russia e contro l’economia europea è l’avvicinamento obbligato tra Mosca e Teheran. A forza di imporre sanzioni a destra e manca, Washington ha fatto entrare nell’Alba – l’alleanza bolivariana delle Americhe – anche l’Iran e la Siria, in veste di osservatori. Ha rafforzato i rapporti tra Iran e Venezuela. Ma, ciò che appare più evidente nella guerra in Ucraina, è la collaborazione sempre più esplicita in ambito militare tra Russia ed Iran.
Inizialmente Mosca ha patito la mancanza di droni adeguati allo scenario bellico. Un errore gravissimo a cui, nel corso dei mesi, si è posto rimedio prima utilizzando i droni iraniani e, poi, iniziando a collaborare anche nella fase di realizzazione. Un rapporto sempre più solido e che si è esteso successivamente anche all’ambito economico, partendo dalla costruzione di nuove infrastrutture destinate a trasformare Teheran in un polo logistico fondamentale.
Strano, sulla base della narrazione dei chierici della disinformazione italiana. Perché il racconto imposto dal pensiero unico obbligatorio prevede che il regime di Teheran sia isolato a livello mondiale. E, dunque, che se ne farà mai l’Iran delle infrastrutture e della logistica se non può commerciare con nessuno?
Peccato, per i chierici, che la realtà sia un pochino diversa. E che quasi tutta l’Asia – ossia la maggioranza della popolazione mondiale – non ha problemi di sanzioni verso Teheran. Nessun embargo. Tutt’al più ci potranno essere problemi di concorrenza con la Turchia che aspira a diventare l’hub per le forniture energetiche verso l’Europa e parte dell’Asia. Pura e semplice concorrenza economica. Anche perché Ankara approfitta ampiamente delle difficoltà russe per ottenere da Mosca condizioni di favore per l’acquisto di numerosi prodotti.
L’Europa, da buon maggiordomo di Biden, sta a guardare e si crogiola nella certezza di poter allineare anche i Paesi disobbedienti come India e Cina. Hanno troppo bisogno del mercato europeo per provare a sgarrare. Il che è parzialmente vero, almeno per il momento. Perché proprio Cina e India stanno lavorando per far emergere un ceto medio numericamente consistente nei rispettivi Paesi ma anche in quelli sviluppati o in via di sviluppo in Asia, in Africa, in America latina. E considerando i numeri assoluti delle popolazioni interessate, un simile sviluppo renderebbe non più indispensabile il mercato europeo. Non marginale ma neppure fondamentale. E, soprattutto, ampiamente condizionabile da mercati diventati molto più grandi.