Mostro di Firenze è la denominazione utilizzata dai media italiani in riferimento a Pietro Pacciani, imputato per i sette duplici omicidi commessi nella provincia di Firenze tra il 1974 e il 1985. Il processo del Mostro di Firenze è stato al centro dei media per moltissimi anni, tant’è che ancora oggi se ne sente parlare. Alcune frasi dei processi del Mostro di Firenze e i successivi Compagni di merende (le udienze dei complici del Pacciani) sono rimaste impresse nella memoria di molti italiani. Addirittura alcune hanno creato nuove espressioni utilizzate nel linguaggio comune, altre sono diventate popolari grazie ai social. Vediamo quali sono queste famose frasi del processo al Mostro di Firenze.
Il Mostro di Firenze e la sua famosa poesia
Sono stati i social a trasformare alcune frasi del serial killer Pietro Pacciani in veri cult. A lui, venne addirittura dedicata una pagina Facebook “Pietro Pacciani Official”, oggi non più accessibile. Milioni di video con tantissime visualizzazioni e altrettanti articoli, omaggiano il poeta Pacciani. Definito tale poiché, al fine di intenerire la Corte durante il suo processo, l’omicida esordì con una sua poesia:
Se ni’ mondo esistesse un po’ di bene
e ognun si considerasse suo fratello,
ci sarebbe meno pensieri e meno pene
e il mondo ne sarebbe assai più bello.

Iconico fu il commento del giudice “Bravo bravo, noi condividiamo. Ma ora siamo davanti alla Corte d’Assise e lei è imputato di sedici omicidi”.
Le frasi famose di Mario Vanni
Lo stesso destino sui social lo ha avuto Mario Vanni, condannato all’ergastolo in quanto complice di alcuni degli omicidi del Pacciani. Cliccatissimi su YouTube sono i video che ritraggono Vanni, quando durante il suo processo, esordì furiosamente:
«Posso parlà da ‘i banco? Come, io non ho diritto a parlare? Voglio la libertà per andare alla banca e alla posta»
Continuò augurando all’allora attuale Pubblico Ministero, un “malaccio inaugurabile” e concludendo gridando ad alta voce:
«Viva il duce, il lavoro e la libertà. Risorgeremo. Prima o Dopo»
Ancora oggi è aperta la pagina Facebook Posso parla’ da i’ banco? dedicata a Vanni.
Compagni di merende: una frase arrivata fino ad oggi
Una delle frasi però diventate più famose di Mario Vanni è la seguente:
«Signor Vanni, che lavoro fa lei?» «Io sono stato a fà delle merende co’ i’ Pacciani no?»
Da questa famosissima frase, nasce l’espressione Compagni di Merende, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Utilizzata ai tempi dai media per riferirsi ai processi dei 5 presunti complici di Pietro Pacciani, arrivata fino ad oggi come modo di dire del linguaggio comune. L’Accademia della Crusca definisce “compagni di merende” come un’espressione che indica ironicamente persone legate da complicità che tramano segretamente qualcosa alle spalle di qualcuno.