C’era una volta l’après-ski. Adesso è arrivato l’au lieu du ski. Complice la scarsità di neve e la folle politica dei prezzi degli skipass, sono sempre più numerosi i turisti che scelgono la montagna, anche d’inverno, ma evitano le piste da discesa. Preferendo le passeggiate – a piedi, con i ramponcini o con le ciaspole, a seconda delle condizioni della neve – e la scoperta della cucina del territorio.
Sopra Sauze d’Oulx, in Val Susa, il rifugio Chalet Clot Bourget riesce a conciliare tutte le esigenze. Quelle di chi si ferma ai 2.000 metri del locale per una pausa tra una discesa e l’altra, addentando un panino al volo e una crèpe o aspettando poco di più per una pizza; quelle di chi preferisce una pausa più lunga per godersi il menu completo di un vero ristorante con ampia scelta; quelle di chi raggiunge il rifugio a piedi, in meno di un’ora partendo dall’Istituto Sperimentale, per scegliere con calma tra 4 antipasti, 6 primi e secondi di carne e di pesce.
Ma Daniele Besson e Federica Fortunato, che gestiscono il Clot Bourget, hanno puntato anche sull’offerta serale. Con la cena in quota e con il trasporto in motoslitta dei clienti. Ed è stato subito un successo. I coperti a disposizione, la sera, sono circa 120 (che raddoppiano durante il giorno con i tavoli all’aperto) ma non tutti gli ospiti scelgono la gita notturna in motoslitta. Gli altri preferiscono affrontare salita e discesa con le ciaspole ed il rifugio mette anche a disposizione le luci frontali per affrontare il percorso nella massima sicurezza.
Ovviamente ad affascinare la clientela non è soltanto l’avventura in motoslitta o il romanticismo della passeggiata sotto il cielo stellato. Ma anche la qualità dell’offerta gastronomica. Gli ospiti vengono accolti con il fuoco ed il vin brûlé prima di ritrovarsi alle prese con un tagliere di salumi e formaggi del territorio, con funghi porcini sott’olio preparati dalla mamma di Federica, artefice anche delle marmellate. E si prosegue con le ghineflette (gnocchi di patate con verdure e toma); con agnolotti di formaggio di capra, fichi e speck; con il tris di polente: al naturale, al sugo di salsiccia e cinghiale (tutta la cacciagione è fornita dal padre di Federica), concia nella versione piemontese (toma, gorgonzola e grana). Su prenotazione si può avere anche la polenta concia con il capriolo.
Per accompagnare i piatti non manca il pane preparato in casa, come fatti in casa sono le torte ed i dolci per chiudere la cena. Senza dimenticare, ovviamente, vini e superalcolici finali. Tanto provvede la motoslitta a riportare in paese una clientela immancabilmente soddisfatta.