Mozart contro Wagner. Non è un confronto musicale, ma sarà il prossimo scontro militare. Mozart è infatti il nome dell’esercito mercenario creato da Andrew Milburn, colonnello dei Marines in pensione. E si contrappone, appunto, a Wagner, l’esercito russo di mercenari creato da Evgenij Prigozin. Si sta assistendo, insomma, ad un ritorno all’epoca tardo medievale e rinascimentale, con gli eserciti di ventura al soldo dei potenti locali.
D’altronde non sono soltanto le mamme italiane a non volere che i figli mettano a rischio la propria vita per andare a combattere per il proprio Paese. Dunque meglio ricorrere ai mercenari. Più motivati, e non solo per ragioni economiche, e più preparati. Senza problemi legati alla coscrizione obbligatoria, senza proteste di piazza. Mercenari contro mercenari.
Ovviamente la creazione di eserciti privati comporta dei rischi sul medio periodo. Un Paese non dovrebbe delegare la propria sicurezza ad un gruppo armato che obbedisce agli ordini di un privato cittadino che può avere ambizioni personali anche al di fuori del campo di battaglia. E chi conosce anche solo un briciolo di storia, sa benissimo che la fedeltà dei capitani di ventura non era sempre assicurata. Per fortuna, dei mercenari, la storia reale non ha più nessuna relazione con la narrazione attuale dei fatti passati.
Così Mozart ha potuto raggiungere in tournée anche l’Ucraina per misurarsi con Wagner. Con la differenza, non da poco, che la Russia è comunque ufficialmente impegnata nel conflitto ucraino mentre gli Usa ufficialmente non partecipano direttamente. Ed è la versione di comodo raccontata dai media atlantisti, a partire da quelli italiani. Che, però, considerano la Russia direttamente coinvolta in Africa, laddove opera attraverso Wagner. La consueta ipocrisia dei servi. Che sono riusciti persino a superare il vecchio motto: “Il n’y a pas de héros pour son valet de chambre”. Per i servi atlantisti gli eroi di Washington restano eroi a prescindere.