Avviso per, eventuali e non certi, lettori. Sempre che davvero esistano… Non vi spaventate per il titolo. Non sto per slanciarmi in una qualche dotta dissertazione su Ovidio, Apuleio, il molto meno noto Antonino Liberale. Che, per inciso, è scrittore greco più o meno del II sec., autore di piacevoli racconti mitologici. E, con questo, ho finito di fare sfoggio di erudizione. Che, per altro, devo ad Antonio Castronuovo, geniale bibliofilo e scrittore patafisico, che le Metamorfosi del Liberale mi fece scoprire moltissimi anni or sono. Ben prima che vi si fiondasse l’editrice Adelphi.
Comunque, le Metamorfosi di cui voglio parlare sono ben altre. Ed anche le Mutazioni… Anzi, iniziamo proprio da queste. Perché una sorta di mutazione della specie mi sembra chiaramente in atto. Della specie Homo Italicus, intendo. Che non farà parte delle, tradizionali, classificazioni degli evoluzionisti, ma che una sua realtà, e consistenza, dopo tutto ce l’ha. A mio modesto parere, ovviamente.
Ed è, in primo luogo, una mutazione fisica. Dettata dalla necessità di adattamento all’ambiente. Perfettamente in linea, almeno su questo, con la teoria darwiniana.
Dunque, in breve tempo, questo particolare genere Homo è diventato esclusivamente diurno. Non vive più la notte. Anzi, all’imbrunire si rifugia in casa, come le galline nel pollaio. Perché la notte, le Tenebre gli nuocciono. O, per lo meno, lui si è convinto che così sia. Convinzione che ha aspetti religiosi. Nella Notte è il male. Il pericolo. La minaccia. A momenti erano più portati ad essere nottambuli i cacciatori raccoglitori del paleolitico…
Poi, è diventato animale solitario. Sempre meno proclive al branco o ad altre associazioni con i suoi simili. Di ogni tipo. Facendo eccezione un solo giorno all’anno. Il 25 Aprile. Quando è libero di ammassarsi con i suoi consimili perché quel giorno è mondo di pericoli e minacce. Per il resto, preferisce stare solo. Soprattutto evitare promiscuità e contatti fisici di ogni sorta compresi quelli sessuali.
Il che, naturalmente, comporta alcuni problemi. Sia per l’individuale salute psicofisica, sia per la continuità della specie.
Orbene, al primo tutto sommato sembra che sia riuscito ad ovviare senza troppi problemi. Con l’ausilio fondamentale di supporti tecnologici. E di psicologi. Ed anche in forza della notevole crescita dell’età media e del decadimento di quelle caratteristiche che, un tempo, avevano reso famosi i bagnini della Riviera Adriatica.
Quanto alla conservazione della specie, in parte al pericoloso accoppiamento sembra intenzionato a sostituire i moderni prodigi della scienza. In sostanza una provetta nega, forse, qualche piacere. Ma dà maggiori garanzie per la salute.
E poi c’è l’apporto di esemplari importati da altre latitudini. Evidentemente immuni alle minacce e portati a riprodursi con ritmi frenetici. Cosa utilissima anche ai fini del lavoro. Visto che l’esemplare Italicus sembra, ormai, sempre meno propenso al lavorare. Se non da casa, comodamente adagiato sul divano. Certo, vi sono pericolose eccezioni. Ma stanno venendo rapidamente isolate e dissuase. E presto cesseranno di rappresentare una minaccia per tutti gli altri…
Naturalmente questi mutati comportamenti implicano anche delle Metamorfosi sul piano fisico. Simili a quelle narrate dagli antichi miti.
La perdurante posizione statica, comporta da un lato una crescita esponenziale del peso corporeo. Un aumento delle masse adipose. E una parallela decrescita di quella muscolare. Soprattutto degli arti inferiori. Che tendono all’atrofia. Perché il nostro non deve più nemmeno muoversi per procacciarsi il cibo. Tutto gli viene portato a domicilio. Cibo di scarto, spesso, che potrebbe incidere sul metabolismo e favorire l’obesità. Con conseguenti malattie metaboliche. Tuttavia, evidentemente, sempre preferibili ai rischi connessi con l’esporsi all’aria e alla luce. Estremamente nocive. E potenzialmente contagiose.
La scarsa esposizione al Sole implica anche un cambiamento della pelle. Che tende vieppiù ad assumere un colorito giallognolo, diafano, vitreo. Gli occhi diventano più incavati. Cerchiati da occhiaie bluastre. Sia per la mancanza di aria dovuta al filtro dell’onnipresente mascherina, sia all’abuso delle nuove pratiche sessuali cui alludevo sopra. Inoltre in molti esemplari sarà presto possibile riscontrare una netta diminuzione delle diottrie , causa il costante uso di visiere che filtrano la luce e rendono faticosa la vista..
Per altro, proprio le mascherine, portate costantemente, e spesso a due e tre per volta, stanno avendo degli effetti sulla morfologia delle orecchie. Che già dopo poco più di un anno tendono a diventare, come si suol dire, a sventola. Ma che, in prospettiva, potrebbero dilatarsi e assumere forma aerodinamica. Con sviluppo modello Dumbo.
Dunque, nel futuro prossimo, dall’Homo Italicus sembra debba evolversi una creatura capace di oscurare le Metamorfosi degli antichi miti greci. Di far impallidire l’immaginazione di Ovidio…
Una sorta di pipistrello diurno, e per di più miope. Con un grasso corpo flaccido, due zampette inutili e gracili, privo di bocca e naso, coperti da una spessa membrana (da dove si potrà nutrire resta un mistero, ma lo diranno gli scienziati…). E due enormi vele al posto delle orecchie. Tali da permettergli di svolazzare in caso di vento forte. Volo alla cieca, e senza destinazione. Perché il nostro mutante sarà rigorosamente stanziale. E vincolato a una ben determinata Zona…
Sì, va bene… È un primo maggio piovoso e grigio. Mi annoio e sto caxxeggiando, come direbbero i miei coatti e Bori.
Nulla di serio. Nessuna Metamorfosi in vista per l’italiano medio, rispettoso di DPCM e regole anti Covid. E timoroso del virus.
Le specie in via d’estinzione non evolvono. Spariscono. Ed è finita lì.