“L’onorevole B. ha lasciato Forza Italia. Per passare con Calenda.”
“Poco male. Ne ho altri sei in giardino…”
Berlusconi non si smentisce. Anziano, dicono malato, certo plastificato sino alla mummificazione… Ma è ancora l’unico politico italiano (ammesso che possa venire considerato tale) dalla battuta pronta. Magari pesantemente goliardica… come certi apprezzamenti, non proprio Oxfordiani, sul lato B della cancelliera tedesca. O come quando, nella foto di gruppo dei leader del G20, faceva le corna dietro alla testa del premier canadese…un liceale in gita…
Però avercene così….
Perché almeno con lui due risate te le facevi. Aveva una sua carica di simpatia, un po’ da bauscia, certo…ma almeno non inalberava quella mutria di falsa superiorità, quella prosopopea arrogante che caratterizza l’attuale classe politica. E che è, anche questa, un (triste) segno dei tempi.
Perché un tempo non era così. I politici, quelli veri, pur con tutti i loro difetti avevano il senso dell’umorismo. Ricordate l’ironia caustica di Andreotti? Una volta, ospite a “Porta a porta”, ad un Bruno Vespa che lo ossequeiava e complimentava con due palmi di lingua fuori (Onorevole… Lei governa, studia, scrive libri straordinari..ma come fa a fare tutto?) rispose col suo ineffabile sorrisetto
“Vespa, non esageri…altrimenti mi dà l’impressione che, in fondo, le dispiaccia…”
E ricordate Giorgio Almirante? Rivolto a un giornalista, durante una tribuna politica
“Lei, caro collega, è un ignorante. Voce del verbo ignorare. Ovvero non conosce l’argomento di cui parla..”
E Amintore Fanfani col suo spiritaccio aretino, alla Cecco Angiolieri in salsa democristiana. E Togliatti? Durante una riunione di sezione, ad un militante: Diamoci del lei, compagno.
Altra classe, altra ironia da quelli di oggi. Altra cultura alle spalle.
E prendiamo anche il Colle piu alto. Qualcuno si ricorda i discorsi di Capodanno di Saragat? Memorabili. Con citazioni di Goethe e un’allegria innaffiata da ottima Barbera.
E Cossiga il picconatore? Un fuoco di fila di battute, caustiche e feroci. Il povero Achille Ochetto definito “zombie coi baffi”.
Provate a ricordare. E fate un paragone con le lugubri e monotone litanie quirinalizie degli ultimi anni.
Nessun giudizio politico, per carità. Anche se la capacità di ironizzare è già in sé un elemento che rivela la qualità dell’uomo. Lo stupido, nel senso etimologico, che equivale a colpito, intontito, se vogliamo cerebroleso, non conosce ironia né umorismo. Si prende tremendamente sul serio. È pieno di se stesso. Come un rospo che fuma una sigaretta. E che, siccome non espira il fumo, si gonfia fino a scoppiare.
E di rospi che si sono gonfiati troppo, e sono poi scoppiati, ne abbiamo visti tanti. In questi ultimi anni. Convinti, chissà su quali fondamenta, di essere grandi statisti, si sono, nel tempo, solo resi ridicoli. L’arroganza è sempre una cattiva consigliera per gli uomini politici. E non solo. Ne sa qualcosa Renzi. Lo ha sperimentato il, serioso, prof. Monti con il suo sobrio loden, tanto decantato dai, cattivi, giullari dei Media. E sta per accorgersene anche Draghi, troppo incensato e sopravvalutato. Il grande economista, il salvatore della patria, l’uomo di statura internazionale… Ci ha creduto anche lui, a quella che era solo propaganda servile. E alla fine ha svelato il suo vero volto. Come ha scritto il professor Sinagra: il volto di un cassiere di banca. Cossiga, che lo conosceva bene, aveva detto molto di peggio…
Ma torniamo al Berlusconi. E ai nani da giardino. Tutti lo danno, periodicamente, per bollito, suonato. Spacciato. Eppure, alla fine è sempre là. Immarcescibile con la sua risata e le sue battute, spesso improvvide. I nani, invece, escono dal giardino. E finiscono nella discarica. Il Silvio sarà quello che sarà, ma di lui ci si ricorderà, a lungo.
Dei nani ci si dimentica subito…