L’olio di oliva? Un tipico prodotto piemontese. Non è proprio così, ma non è neppure troppo distante dalla verità. Checché ne pensino gli ambientalisti da salotto. Perché già nel Medioevo l’olivo era coltivato nella regione subalpina, quando al colle del Theodulo, ad oltre 3mila metri di altitudine tra Valle d’Aosta e Svizzera, il ghiacciaio non c’era ed i traffici commerciali erano fiorenti. Ed a Pinerolo (Torino) il comprensorio collinare si chiama, non a caso, Monte Oliveto.
È qui che è nata l’Azienda Agricola Santa Caterina, un’azienda olivicola che – partendo dal ritrovamento di alcuni olivi ultracentenari – ha rilanciato una coltivazione che, in Piemonte, coinvolge circa 800 coltivatori.
“La coltivazione dell’olivo – spiega l’agronomo e giornalista Alessandro Felis – era importante in Piemonte non solo per l’alimentazione ma anche per l’utilizzo come combustibile per scaldarsi o per illuminare nonché come lubrificante”. E Pinerolo, aggiunge, era stata definita da Edmondo De Amicis la “Nizza del Piemonte”. E nonostante il periodo freddo iniziato nell’800, gli ulivi posti a sud e protetti dal vento hanno resistito e sono sopravvissuti.
Da qui la scommessa, vinta, di Giovanni Maria Bocchino, giovanissimo braccio strategico ed operativo della famiglia Bocchino che ha rilanciato la produzione di olio della Santa Caterina. Una produzione interamente sostenibile (compreso il packaging), con un sistema di irrigazione controllato per evitare spreco e ristagno di acqua, approfittando anche della pendenza e della tipologia del terreno.
La prima produzione, quasi sperimentale, risale al 2016 e gli ottimi risultati hanno convinto la famiglia ad investire su nuovi olivi che ora forniscono la produzione di Olio Antiquo, per un totale di 4mila bottiglie da 250 cl. Ma è solo l’inizio. La primavera del 2021 ha visto la messa a dimora di altri 400 olivi che forniranno due ulteriori cru: Opera e Anima; quest’ultimo è la risultante della propagazione di olivi ultracentenari autoctoni di Pinerolo e, di conseguenza, la sua produzione rappresenterà l’olio autoctono piemontese.
Entrambi verranno commercializzati nel prossimo futuro e si affiancheranno all’Olio Antiquo.
Verso la fine del 2022 sono stati inglobati nel comprensorio aziendale anche gli oliveti storici della famiglia del titolare siti in San Secondo di Pinerolo: per esposizione e quota differente andranno a comporre un quarto, differente cru: Del Cavaliere. Con questo ultimo inserimento Santa Caterina conta circa 1400 olivi su 4,5 ettari olivati. Ma Bocchino assicura che è già prevista una ulteriore espansione. Nel frattempo è iniziata anche un’attività di apicoltura per la produzione di miele millefiori.