Torino precipita nella classifica della qualità della vita ed i chierici del regime locale che fanno? Evitano di interrogarsi sulle ragioni del declino e si scagliano contro le classifiche: se la realtà è contro di noi, peggio per la realtà. Ma c’è chi, forse a sorpresa, decide di provare ad invertire la rotta. Ed invece di insistere sul putrido Sottosistema Torino, decide di investire sull’intelligenza. Con la consapevolezza che solo la valorizzazione delle intelligenze, e non dei rapporti amicali e famigliari, può restituire slancio ad un territorio addormentato da anni.
Così Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, e Francesco Profumo, alla guida della Compagnia di Sanpaolo, firmano un accordo che potrebbe rivelarsi semplicemente fondamentale per il Nord-ovest. Perché metterà in moto un investimento di 25/30 milioni all’anno, per 5 anni, da dedicare all’educazione. Un intervento che riguarderà i bambini da zero a 6 anni, i ragazzi e poi i Neet. E che coinvolgerà in particolar modo le città di Torino e Genova, ma sarà esteso alle rispettive regioni. Probabile, anche se non se n’è fatto cenno, che possa riguardare anche la Valle d’Aosta per completare il coinvolgimento del Nord-ovest.
Ovviamente i risultati dipenderanno da come si deciderà di concretizzare gli interventi. Se puntando, appunto, sulla valorizzazione delle intelligenze e delle competenze o se si preferirà continuare a perder tempo, come fanno molte istituzioni scolastiche, nella ricerca di annacquare le capacità dei migliori per non offendere i meno dotati e chi non ha voglia di far nulla.
Perché la sfida è sempre più globale ed il confronto, per il Nord-ovest, è innanzitutto con le dinamiche regioni al di là delle Alpi. Quando l’ex sottosegretario Mino Giachino sogna la creazione di una Tav Valley che metta in rete le eccellenze di Piemonte, Liguria e Lombardia con quelle del Rhône Alpes, dimentica volutamente i gravissimi ritardi del Nord-ovest sul fronte della valorizzazione delle eccellenze. Perché i corpi intermedi piemontesi dormono da troppo tempo. E dopo aver rinunciato a competere con Milano, stanno ora patendo il dinamismo ritrovato di Genova.
Dunque l’iniziativa di Profumo e Cirio potrebbe rivelarsi decisiva per far uscire l’area subalpina dal torpore in cui è stata confinata dalla perniciosa “famiglia” automobilistica ora in disfacimento. Non a caso l’accordo prevede un intervento mirato su Torino poiché altre realtà piemontesi sono molto più dinamiche, a partire dal Cuneese e dalla Langa. Bisogna però avere il coraggio di scaricare tutta la zavorra – scolastica, confindustriale, politica, pseudo culturale, sociologica – che ha provocato il crollo. Perché solo in questo modo il territorio subalpino potrà tornare ad attrarre intelligenze e competenze anche da fuori. E potrà finalmente recitare un ruolo nella Valle dell’intelligenza a cavallo delle Alpi. Non solo collaborando con le regioni confinanti della Francia ma coinvolgendo l’intero arco alpino, sino in Slovenia. Approfittando anche della presenza di Profumo al vertice di uno dei grandi centri di ricerca del Trentino.