“Natale a Torino: che spettacolo”. Forse i torinesi avevano frainteso il senso dello slogan scelto dal Comune per presentare le iniziative previste nell’intero periodo natalizio. Soprattutto non era chiaro il concetto di “previsto”. Perché chi scopriva sui vari siti le iniziative previste per un dato giorno, si recava nella località indicata sicuro di trovare una pista di pattinaggio o le casette dei mercatini. E invece scopriva che “previsto” significava solo che si sperava che ci fosse qualcosa. E invece niente.

Ma i torinesi non hanno capito che si trattava di una scelta ben precisa dell’amministrazione. Bisogna fare sacrifici per aiutare Zelensky. Dunque meno consumi e più soldi per pagare le bollette. Così, giusto per far qualcosa di natalizio, si son piazzate alcune palle giganti per le strade del centro, si sono messe un paio di bancarelle tristissime in giro per la città, si sono riproposte le solite luci d’artista sempre uguali, si è creato un boschetto di alberelli davanti a Palazzo Reale.
Insomma, il minimo sindacale ed anche meno. Un invito a non celebrare il Natale in modo consumistico. E gli ubbidienti soldatini subalpini si sono subito adeguati. Ridotte drasticamente le luminarie sui balconi. Quasi spariti, finalmente, i Babbi Natale che si arrampicano sulle ringhiere. Basta con il clima di festa. Bisogna essere sobri, come ordinava il grigiocrate Monti in compagnia della quasi torinese Fornero.
Il motto “esageroma nen” (non esageriamo), tanto utilizzato dall’ex sindaco Sergio Chiamparino, è stato interpretato alla lettera. Dimenticando che Chiampa, le feste, non le disdegnava. E che i bogianen hanno questo soprannome perché non fuggivano durante le battaglie, non perché non si muovano quando si tratta di festeggiare. Era la Torino di Fred Buscaglione, e poi di Gipo, contrapposta al grigiore imposto da Gioanin Lamiera (Gianni Agnelli) in nome della produttività e dello sfruttamento.

Invece ora si è tornati alla cancellazione delle feste di famiglia, sostituite dagli eventi ufficiali come le Atp di tennis. Ottenute, però, dalla fallimentare giunta Appendino e non dalla brillante amministrazione Lo Russo. Che, però, ha organizzato un Concertone che è solo un Concertino, con artisti di seconda, terza e quarta fila. Ed allora lo spettacolo del Natale a Torino lo rinviamo, forse, al prossimo anno. Perché ora l’unico spettacolo garantito è la pessima gestione della prima nevicata..
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LE FESTE DI NATALE SONO FINITE PRIMA DI INIZIARE, TANTO IL PARTITO DEMOCRATICO DEVE PENSARE AI SUOI POLITICI CHE HANNO RACCOLTO SACCHI DI BANCONOTE