Nella patetica e squallida manifestazione eterodiretta dal potere dominante, c’è qualche resistenza all’induzione ipnotica dei padroni del sistema politico e informativo.
Mentre la massa amorfa e spiaccicata sull’individualismo più depravato e sulla esibizione delle voglie pornografiche esibiva squallide alternative al falso problema climatico, tre ragazzi mostravano un manifesto che offre ampi e interessanti spunti di approfondimento.
Per sfatare ogni ambiguità nelle considerazioni che verranno esposte è bene chiarire da subito che non si può essere contemporaneamente ecologisti e progressisti. Questa impossibile combinazione dimostra quanto cantò Guccini anni addietro: “Molti ignorano quel tarlo mai sincero che chiamano pensiero”. Quindi, agganciamoci al pensiero, che se non è critico finisce ad essere tale.
Un tempo, la sapienza greca riconosceva la natura come lo “sfondo immutabile che nessun Dio e nessun uomo fece”. Poi venne il cristianesimo, e autorizzò l’uomo a sottometterla, come prescrive nella Genesi.
Ecco preparato il pasto succulento per la tecnocrazia, di cui la tecnologia ne è l’espressione pratica, e il capitalismo il suo predatorio sponsorizzatore.
Patetici e mistificanti progressisti, questa è la realtà che avete creato e il mondo che continuato a perseguire!
La tecnica e il capitale rincorrono efficienza e utili, e non sono limitabili da ridicoli piagnistei etici, né da princìpi morali.
La manifestazione del fridayforfuture, che già nella linguistica è un segnale di sottomissione alla globalizzazione pseudoculturale, è stata la dimostrazione plateale di un generalizzato condizionamento di cervelli all’ammasso. Come scrisse Terry Pratchett. “L’intelligenza di una folla è uguale all’intelligenza del più stupido dei presenti, divisa per il totale dei presenti”. E questo è stato.
È semplicemente terribile pensare all’operazione di ingegneria sociale in corso attraverso la manipolazione dei giovani: manipolazione che passa dall’appiattimento della coscienza alla sedazione della capacità analitica. Però, in fondo, non è che la prosecuzione di quel ’68 tanto declamato come epopea di liberazione, ma altro non fu che imprigionamento delle volontà nella dipendenza artificiale con l’induzione di vizi borghesi sempre più alienanti.
In simultanea aggressione, a quella pericolosamente morbido sulla ragione si è aggiunta quella altrettanto temibile ma più esplicita del silenziamento della dissidenza, così da zittire qualche centinaio di scienziati in contrasto con il verbo della povera Greta – perché tale è – e dei suoi potenti sostenitori.
Ragazzi, e adulti, fatevene una ragione: il pensiero antagonista, eversivo e rivoluzionario è nella Tradizione. Tutto il resto è un diversivo di distrazione collettiva.