Sindacati di base in piazza, questo weekend, in 25 capoluoghi italiani, contro le misure di macelleria sociale del governo Draghi. Circa 2.000 persone a Roma.
In realtà non tantissime, ma sembrano essere finiti i tempi nei quali si scendeva in piazza, in Italia, per lottare per i propri diritti e la propria dignità.
Sembrano finiti i tempi nei quali il sindacato era unitario e lottava a fianco dei lavoratori.
E sono totalmente finiti, da decenni, gli anni nei quali in Parlamento vi era un forte Partito Socialista e un forte Partito Comunista, di ispirazione operaia e proletaria.
Se, sino a pochi anni fa, il centrodestra e il centrosinistra fingevano di combattersi, oggi, il governo italiano, è ormai palesemente espressione di tutto l’arco parlamentare, retto da una destra e da una sinistra liberal-capitaliste: dal Pd alla Lega, passando per i Cinque Stelle e la benedizione “esterna” di sorella Meloni.
Eppure, fra tutta questa indifferenza collettiva e questo governo con tutti dentro, almeno il sindacalismo di base e diverse sigle di area comunista, sono scese in piazza, cogliendo nel segno le vere necessità del Paese.
Chiedendo cose che, in Paesi seri e ove il sindacato è conflittuale (come ad esempio in Francia, Russia o in America Latina), avrebbero mobilitato il Paese intero, bloccandolo per mesi. Con scioperi e manifestazioni ad oltranza.
In Francia, del resto, questo hanno fatto i Gilet Gialli, che sono riusciti a bloccare gran parte delle controriforme di Macron e hanno avuto il sostegno del mondo della cultura e del cinema francese.
E altrettanto è accaduto in Russia, nella quale comunisti e nazionalbolscevichi hanno organizzato manifestazioni ad oltranza, subendo spesso arresti antidemocratici.
Ma, venendo a noi, cosa ha chiesto e chiede in sostanza, il sindacalismo di base?
No ai licenziamenti e alle privatizzazioni
Lotta per il salario e il reddito garantito
Cancellazione della Legge Fornero
Contrasto al carovita e ai diktat dell’Unione Europea
Rinnovi contrattuali e lotta alla precarietà per la piena occupazione
Forti investimenti per scuola, sanità, trasporti, previdenza pubblica e casa, contro le spese militari e le missioni all’estero, a favore di una necessaria spesa sociale
Per un fisco equo che aggredisca le rendite e riduca le disuguaglianze sociali.
Il minimo che dovrebbero chiedere lavoratori, sfruttati, precari, persone comuni vessate da bollette sempre più care e imposte che vengono alleggerite solo per le classi medio-alte.
Ovvero solo per quelle classi garantite e rappresentate dal governo Draghi.
La pandemia avrebbe dovuto e dovrebbe aprire gli occhi, relativamente a un sistema liberal-capitalista oligarchico e fondato su una crescita economica ormai insostenibile e su un altrettanto insostenibile sistema tecnologico-industriale..
In Europa e, in particolare in Italia, rimaniamo sordi e ciechi di fronte a tutto cio.
E, temo, le cose andranno sempre peggiorando.
Rimaniamo sordi e silenti. Non siamo consci dei nostri diritti. La scuola è da tempo allo sbando, livellata verso il basso e il sistema consumistico, televisivo e pubblicitario commerciale non ci permette di riflettere sulla nostra stessa condizione.
Condizione di precariato sociale, di sfruttamento inconsapevole, di eterna illusione edonistica.
Ci crediamo liberi e eguali, mentre siamo “liberi” solamente di consumare e siamo “eguali” solamente perché va di moda il linguaggio politicamente corretto.
Ma, nella sostanza, non siamo né l’una, né l’altra cosa.
In tutto ciò non stupisce affatto che il Parlamento italiano abbia votato contro lo status di rifugiato politico a Julian Assange.
La democrazia è ormai sempre più lontana.