Difficile credere che Emmanuel Macron sia semplicemente un cretino circondato da idioti. O che le indecenti affermazioni contro l’Italia siano il frutto dell’arroganza transalpina.
È davvero improbabile che un governo europeo attacchi in questo modo un Paese alleato per uno scatto di nervi dei massimi vertici istituzionali e politici.
Ancor più improbabile considerando il comportamento francese nei confronti dei clandestini che, in mezzo alla neve, cercavano di entrare in Francia attraverso le Alpi nel cuore dell’inverno.
Dunque l’aggressione verbale della squadra del toy boy parigino deve rispondere a precise logiche politiche.
A maggior ragione dopo il fallimento del G7 per colpa di Trump. Washington ha più volte dichiarato di mirare alla distruzione dell’Unione europea per poter avere più peso in una contrattazione con i singoli Stati europei.
L’avversario, per Trump, è la Germania, cioè il Paese più ricco e con il maggior potere contrattuale sulla scena internazionale. Berlino ha però un limite strutturale rappresentato dall’ottusità dei suoi ragionieri che si sentono statisti e che, con il loro atteggiamento, hanno reso odiosa l’idea stessa di Europa per la crescente parte di popolazione in difficoltà economica.
Macron, inizialmente, ha cercato di proporre concreti passi avanti verso la costituzione di un’Europa più solida politicamente e militarmente. Ma si è scontrato con i contabili di Berlino, più attenti ai costi che al ruolo europeo.
Sembrava, poi, che Macron guardasse con interesse a un accordo con il Governo gialloverde e la telefonata a Conte prima ancora dell’insediamento aveva rappresentato un segnale di questo tipo.
Ora, però, la situazione è radicalmente mutata. In Spagna si è verificato un clamoroso ribaltamento del governo e Macron pare più interessato ad un rapporto privilegiato con il socialista Sanchez.
In compenso, però, è rientrata in gioco Merkel che ha approfittato del comportamento di Macron per tentare di aprire un dialogo con l’Italia. Tutti hanno bisogno di partner, anche all’interno dell’Unione europea. A maggior ragione Merkel, alla guida di una grande coalizione molto meno coerente di quella italiana. Il governo italiano può contare sull’interesse dei Paesi di Visegrad più l’Austria. Un pacchetto molto interessante per Merkel.
Ma anche un complicato gioco, complicato soprattutto per l’Italia che da troppi anni aveva rinunciato ad un ruolo da protagonista.