Gli anziani finiscono sempre per fissarsi su qualche bel ricordo di gioventù. E lo raccontano di continuo a figli e nipoti che ascoltano pazienti o sbuffano infastiditi a seconda dei casi. Nell’indifferenza dell’anziano che è immerso nella propria realtà di un tempo lontano e preferisce ignorare il dato di realtà di un uditorio per nulla interessato. Silvio Berlusconi è così. Lui continua a raccontare la storia di Forza Italia motore insostituibile di un’alleanza del centrodestra, continua ad immaginare un’Italia moderata, liberale, cristiana.
E non si accorge che il suo partito di plastica è il terzo dei tre alleati, sempre più staccato, sempre meno capace di attirare consensi. Non si accorge che gli italiani non sono più moderati ma sono arrabbiati, sempre più arrabbiati. Non si accorge che i suoi colleghi imprenditori hanno aumentato i prezzi speculando su carenza di materie prime anche quando non sono carenti, non si accorge che i lavoratori vogliono andare in pensione perché in azienda la qualità del lavoro e dei rapporti umani è crollata.
Non si accorge che l’Italia non può più essere liberale dopo due anni di statalismo assoluto imposto come emergenza sanitaria sostenuta proprio da Berlusconi e dalle sue tv. Non si accorge che la sua classe dirigente non brillerebbe neppure alla guida di una bocciofila.
Oppure, forse, negli sprazzi di lucidità si accorge di tutto questo. E gli va bene così. Perché cacciare Gelmini e Brunetta, Tajani e Giacomoni, per affidare la guida di Forza Italia a qualcuno capace, significherebbe mettere in ombra il sultano di Arcore. E Berlusconi non è uomo da stare nell’ombra. Lui ama i riflettori. Lui ama che il suo Tg5 dedichi ampi ed inutili servizi alle sue esternazioni accompagnate da immagini di 20 anni prima.
E poi sa, nei momenti di lucidità, che i suoi alleati non sono molto meglio. Che in un contesto europeo sarebbe difficile far digerire un governo guidato da Meloni o Salvini. E non per motivi ideologici, per il sovranismo, per il populismo. Quelle sono le idiozie spacciate dai media di servizio. Il problema è che i leader europei non vogliono ritrovarsi a discutere di panini con la Nutella o della monnezza alla Garbatella. Tenendo conto che, se si passa alle rispettive squadre, i livelli di conversazione si abbassano.
Berlusconi è un imprenditore che difende la sua casta. I maggiordomi di Confindustria che i suoi alleati spediscono in tv sono appunto maggiordomi privi di ogni credibilità.
Ed allora l’anziano sultano, sulla sua sedia a dondolo e circondato da Renzulli e dai giornalisti, continuerà a raccontare di quando lui e l’amico Putin.. di quando lui tagliava le tasse.. di quando lui e le fidanzate.. In attesa che Pier Silvio gli regali un programma per le fiabe raccontare da nonno Silvio..