“Nel ventre dell’enigma” è il titolo di un film di Pupi Oggiano e di un libro di Gabriele Farina. Ne abbiamo parlato con lo scrittore.
1- Quando è nata la sua collaborazione con il regista Pupi Oggiano?
E’ nata una decina di anni fa, per la passione comune per Dario Argento. Pupi organizzava la prima edizione del tour torinese dedicato alle locations dei film di Argento, io partecipai e poco tempo dopo entravo nella squadra organizzativa. Avevamo trovato diversi interessi in comune. Negli anni successivi la collaborazione si è fatta più stretta, e quando è arrivato il momento di dedicarsi al cinema è stato naturale immergersi insieme in quest’avventura.
2- Perché tra i generi letterari ha scelto la novelization?
Nei progetto dei film di Pupi è prevista l’uscita in dvd del film e il cd della colonna sonora. Ci piaceva aggiungere qualcosa che nessuno aveva e si è verificata la possibilità con Buendia Books di sfruttare il loro formato “fiaschetta”, che si adattava perfettamente alle nostre storie. Così è nata l’idea di raccontare le stesse storie mostrate al cinema in modalità letteraria, un mezzo totalmente diverso e capace di aprire nuovi orizzonti alle nostre avventure.
3- Quali sono le differenze tra una sceneggiatura e una novelization?
Sono due prodotti totalmente diversi. La sceneggiatura serve a strutturare il film e a indicare agli attori le battute e le caratteristiche dei loro personaggi. La novelization è un romanzo a tutti gli effetti, anche se l’autore parte da una storia che sa già come andrà a finire.
4- In che cosa, più precisamente, differiscono i due tipi di scrittura?
La sceneggiatura deve indicare i luoghi, le caratteristiche degli ambienti, le battute e le emozioni dei personaggi. E’ una scrittura molto asciutta, tecnica, con delle regole precise anche grafiche. E’ un passaggio per arrivare al film, non un prodotto finito. La novelization è invece un racconto che ha una sua vita specifica, con tutte le caratteristiche di un romanzo in fatto di climax, colori, ambiente, stile letterario. Perfino le battute dei personaggi, pur non cambiando nel significato, finiscono per essere scritte in maniera diversa in quanto la lingua parlata e quella scritta sono estremamente differenti.
5- E’ corretto dire che nei suoi libri, le storie oltre ad avvincere lettori e lettrici, li stimolano anche a riflettere su criticità della società contemporanea?
Le nostre storie sono fantastiche, legate al cinema di genere, ma tradizionalmente il cinema di genere è un modo per riflettere sulla società, e noi non ci discostiamo da quest’ assunto. Quindi è vero, nelle nostre storie è possibile trovare simboli o situazioni che riportano alla società moderna e alle sue criticità e spingono il lettore ad una propria riflessione. In alcuni casi sono parte integrante della vicenda, in altri piccoli inserti che abbiamo volutamente inserito per toccare un tema specifico.
6- E’ giusto ritenere che come il regista Oggiano nei suoi film operi una sintesi tra diversi generi cinematografici, Lei compie la stessa cosa , facendo rifluire nei suoi romanzi in genere e in “Nel ventre dell’enigma” in particolare, elementi non solo letterari?
Quando un autore scrive una storia, finisce sempre per metterci dentro le cose che ama. E’ quindi facile che compaiano riferimenti non solo letterari ma magari musicali, cinematografici, o anche territoriali e naturalmente stilistici. Riferimenti che magari non sono essenziali per la storia ma trovano il loro posto nel racconto e finiscono per diventare essenziali nell’insieme del libro, gli danno una personalità più precisa e vicina all’autore.
7- Nello specifico, è corretto individuare nel suo libro, una sintesi di elementi del thriller, dell’enigmistica e dell’analisi psicologica della società e dell’arte?
Assolutamente. “Nel ventre dell’enigma” è un thriller a tutti gli effetti, non solo sullo schermo ma anche nel libro. I riferimenti all’enigmistica sono centrali. Quelli all’analisi psicologica della della società sono invece nascosti sotto un velo leggero ma -spero- semplice da individuare. E non mancano i riferimenti all’arte e ai suoi molteplici aspetti e significati.
8- E’ vero che nella sua storia, coglie il tragico intersecarsi involuto di Darwin e di Nietzsche, in cui la realizzazione personale diventa spietata volontà di sopraffazione e l’arte ne diventa la tragica cartina di tornasole, trasformandosi da catarsi verso il cielo in tregénda verso l’inferno?
La scuola di “Nel ventre dell’enigma” è una scuola estrema, in cui non è ammesso l’errore e la sconfitta si paga a caro prezzo. Inevitabile quindi che il successo personale – o quanto meno la salvezza – passi anche dalla sconfitta altrui. Ne deriva quindi una lotta per la sopravvivere che azzera amicizie e rapporti personali, anche se i sopravvissuti potranno dedicarsi a un abbraccio terribile e liberatorio. L’arte è l’arma che gli studenti hanno a disposizione per combattere questa lotta di sopravvivenza e sopraffazione, una lotta che, in effetti, più che innalzare il vincitore verso il cielo, rischia di precipitarlo definitivamente agli inferi.
9 – E’ vero che nel suo caso, Lei sviluppa potenzialità narrative che negli anni ’70, quando nasce la novelization, erano ancora in germe?
Non saprei dire. Certo è che negli anni ’70 la novelization era soprattutto uno spicchio della campagna di marketing legata al film e in effetti era esclusiva – salvo inevitabili eccezioni – dei film di grande successo. Nel nostro caso è invece parte integrante del progetto ed è un prodotto letterario che esiste in quanto tale anche a prescindere dal film, quindi è probabile che ci sia un’attenzione diversa alla qualità narrativa, che quasi mai rispecchia lo stile del film da cui nasce.
10 – Può dirci qualcosa riguardo al suo prossimo libro e alla collaborazione con il regista Pupi Oggiano?
Il progetto con Pupi Oggiano prosegue con “… e tutto il buio che c’è intorno”, del quale sono autore della sceneggiatura insieme ad Antonio Tentori. Il film sarà al Cinema Massimo Domenica 6 febbraio per una festa di apertura e quel giorno sarà presentata anche la novelization, sempre Buendia Books, scritta da Corrado Artale. Io scriverò invece la novelization successiva, quella del quinto film ma se ne parla nel 2023. Con Pupi lavoriamo intanto anche ad altri progetti. Torneremo quest’anno per strada con il Torino d’Argento Tour Locations ed è imminente l’apertura della mostra al Museo Nazionale del Cinema di Torino dedicata a Dario Argento, alla cui realizzazione abbiamo attivamente partecipato insieme al Museo e al curatore Marcello Garofalo. Nel 2022 ci saranno diverse soprese che ci riguardano in prima persona.