Il velcro? Una delle tante applicazioni trasferite nella vita comune dopo averle sperimentate nelle missioni spaziali. E lo stesso vale per molti dispositivi utilizzati prima nelle gare automobilistiche di Formula 1 e poi adattati sulle vetture di serie. Ora sta succedendo la medesima cosa con le nuove armi provate nella guerra in Ucraina. È il primo grande conflitto dove si impiega l’intelligenza artificiale ma tutti i contendenti stanno sperimentando armi sempre più avveniristiche.
E per “tutti i contendenti” non si intendono solo russi ed ucraini, ma anche tutti coloro che, più o meno esplicitamente, sono coinvolti nella guerra.
Dunque i droni turchi, che erano stati decisivi negli scontri tra Azerbaijan ed Armenia, ed anche all’inizio della guerra in Ucraina per difendere le truppe di Kiev, sono ormai superati ed ampiamente aggiornati. Ormai siamo ai droni sviluppati da Teheran e Mosca, in grado di intervenire automaticamente, senza bisogno della decisione umana, per neutralizzare i droni forniti a Kiev. Ed altre armi che non richiedono l’intervento dell’uomo, sono sperimentate dagli statunitensi.
La Cina, invece, ha già annunciato di aver realizzato un generatore in grado di trasformare un gas caldo che si muove a velocità ipersoniche in un’intensa corrente elettrica in grado di alimentare armi futuristiche a energia diretta.
L’elettricità prodotta potrebbe essere utilizzata per caricare laser militari, armi a microonde, cannoni elettromagnetici e altre armi a energia pulsata. Ed i laser sono stati utilizzati dalla marina di Pechino nelle scorse settimane, non in esercitazioni ma contro imbarcazioni considerate ostili.
A prima vista potrebbe sembrare un positivo passo avanti per risparmiare vite umane. Se la guerra la combattono droni contro droni, robot killer (impiegati da Mosca) contro carrarmati privi di equipaggio, tutto diventa un semplice gioco di guerra in cui non si fa male nessuno. Non è proprio così. Perché per conquistare un territorio non basta una sorta di Risiko costosissimo. Alla fine, dopo aver polverizzato una nave drone o un aereo senza pilota, bisogna pur mettere gli stivali sul terreno per occupare una città, per controllarla, per sottomettere gli abitanti.
Ed a quel punto le armi avveniristiche garantiscono un controllo molto più efficace e capillare del territorio. Rappresentano un deterrente di maggior effetto nei confronti di chiunque abbia la velleità di ribellarsi. Ma pongono anche dei problemi etici. Posto che l’etica, in una guerra moderna, è pura ipocrisia.
Se le armi senza controllo umano possono decidere, autonomamente, come comportarsi, diventa difficile intervenire contro una macchina che compie una strage di bambini o di malati in un ospedale. Che si fa? Si disabilita la macchina per punizione? Non la sia olia adeguatamente per farla sentire in colpa? Si va a cercare il primo programmatore che non ha inserito la valutazione della pietà, fingendo di ignorare che, successivamente, la macchina ha aggiornato autonomamente il proprio programma.
Il futuro delle guerre affidate all’intelligenza artificiale non è per nulla sicuro che possa essere meno doloroso del presente.