Il governo russo accusa Facebook e Instagram di incitare l’opinione pubblica alla violenza e all’odio contro la Russia. Così, messe al bando le due piattaforme, le inserisce nella black list delle “organizzazioni estremiste”. L’accusa di Mosca a Mark Zuckerberg è quella di non censurare i post anti-russi. Si fa riferimento soprattutto ai post che invocano l’uccisione di Putin o che lo descrivono come un criminale. Tanto da spingere Mosca a un controllo maggiore della propria comunicazione, bloccando Facebook nel Paese. In risposta anche a sua volta, della censura messa in atto dal social di Mark Zuckerberg dei media statali russi.
Come data di ultimo accesso a Instagram in Russia è stata scelta la mezzanotte del 14 marzo. Lo annuncia la Tass citando l’autorità di controllo delle Comunicazioni russa dei media Roskomnadzor. Si temporeggia «Poiché gli utenti attivi di Instagram dovranno copiare le proprie foto e video su altri social network, per avvisare i propri contatti e iscritti, Roskomnadzor ha stabilito la procedura di blocco dell’accesso a Instagram alle 00 del 14 marzo, concedendo 48 ore di un periodo di transizione».
Secondo il governo russo una politica aggressiva e criminale quella di Meta, che porta all’incitamento, all’odio e all’ostilità nei confronti del popolo russo. Le azioni della società, sono fermamente convinti al Cremlino, rappresentano l’ennesima prova della guerra senza regole dichiarata dal mondo dell’informazione contro la Russia.
Da ora in poi l’organismo di controllo sui media Roskomnadzor ha disposto che tutti gli organi d’informazione potranno dare notizie sull’invasione dell’Ucraina solo attraverso le fonti ufficiali dello stato. Lo stesso presidente Vladimir Putin ha fortemente voluto una legge che modifica il Codice penale per contenere la diffusione di ‘fake news’ sul conflitto con l’Ucraina. Una legge, approvata all’unanimità, che aprirebbe le porte del carcere, per la responsabilità criminale della diffusione di false informazioni sulle forze armate russe. In base alla gravità del reato sono previste multe e anche la prigione, si rischiano fino a 15 anni di detenzione.