Come tanti altri colossi del web, anche Netflix opera in Italia ma paga le tasse altrove. Il servizio di streaming online di film e serie tv in abbonamento è popolarissimo da noi, con numerosi utenti iscritti, tuttavia non versa neppure un centesimo di imposte al nostro Stato. Non presenta nemmeno una dichiarazione dei redditi. Netflix non ha una sede né dipendenti in Italia, ma nel nostro Paese incassa milioni di euro di profitti dal suo servizio di streaming online di film e serie tv.
Infatti, osserva la Procura di Milano, si può individuare una forma di “organizzazione stabile materiale” della società americana nel territorio italiano per il fatto che utilizza nel nostro Paese le reti di trasmissione e i computer che processano i dati dei contenuti video ed elaborano gli algoritmi per la profilazione dei clienti e dell’offerta.
Per cui fa eco la notizia che Netflix, colosso del video ondemand, regolarizzerà i rapporti con il fisco con Francia e Spagna. È sembrerebbe ormai vicino un probabile sviluppo anche in Italia. Proprio nel nostro Paese, Netflix, si avvale di tutta una serie di strutture tecnologiche, dalle fibre ottiche ai server, che di fatto la rendono un’attività commerciale presente nel territorio italiano, pur avendo la sede legale europea ad Amsterdam, dove beneficia di consistenti sconti fiscali.
Netflix ha annunciato che dal 1° gennaio 2021 i francesi e gli spagnoli pagheranno il loro abbonamento mensile non più alla società olandese Netflix International BV ma a entità registrate in Francia e in Spagna.
Giusto segnalare come Netflix abbia appena annunciato una svolta. In Francia e in Spagna la società pagherà le tasse calcolate sui profitti che realizzano le filiali nei due paesi. Non verranno più dirottati verso le controllate olandesi.
Anche l’Inghilterra rafforzerà la vigilanza su Google, Amazon, Apple e Facebook. Le nuove norme europee saranno presentate il prossimo 9 dicembre, le sanzioni andranno dalle semplici multe a interventi di natura strutturale. Con le nuove norme Ue per il digitale in arrivo, le grandi società internet, le cosiddette Big Tech, dovranno adeguarsi a un mercato strategico e dovranno quindi conformarsi a un codice di condotta particolare che sarà introdotto attraverso una apposita legislazione. È necessario un equilibrio di opportunità per le piccole imprese.
A preoccupare maggiormente è la questione fiscale perché molti di questi gruppi che ricorrono a pratiche di “ottimizzazione fiscale”, sfruttano scappatoie legali e tecniche finanziarie e spostano i profitti realizzati nei paesi europei negli stati dove il prelievo è più basso. TaxWatch afferma che Netflix ha implementato schemi di elusione fiscale simili a molte altre società multinazionali che operano nel digitale.
In passato Netflix, nei paesi in cui operava, non registrava le entrate dei suoi abbonamenti attraverso una filiale locale. Quando la società ha iniziato a vendere abbonamenti nel Regno Unito nel 2012, lo ha fatto attraverso una società lussemburghese, Netflix Luxembourg. Adesso però la situazione sembra evolversi verso un adeguamento fiscale in Francia e Spagna. Intanto il dibattito politico sulla questione in Italia prosegue, in attesa che arrivi una proposta internazionale che metta tutti d’accordo.