Nulla di nuovo dal Fronte Orientale. No, non è un altro romanzo di Erik Maria Remarque. Semplicemente è una presa d’atto della situazione del conflitto russo-ucraino. Statico, fermo. Senza novità alcuna, appunto.
Non lo avete notato? L’alluvione di notizie sulla guerra è andata, progressivamente, prosciugandosi. Ormai è appena un rigagnolo, per altro abbastanza torbido e fangoso.
Gli, enfatici, proclami sui trionfi delle forze di Kiev hanno lasciato il posto ad un, assordante, silenzio. Ogni tanto trapela qualche frammento di notizia. In genere, distorta. Qualche bombardamento. Qualche gioco di offensiva e controffensiva locale… è un’immagine di stagnazione. Il fronte sembra paralizzato.
Quanto questo corrisponda a realtà è difficile dirlo. La guerra della disinformazione è sempre la più virulenta. E i nostri media occidentali non hanno certo dimostrato di preoccuparsi di informare sui fatti. Riducendosi a mere casse di risonanza della propaganda di parte.
Frammenti di notizie. Come il pesante bombardamento di Kiev, Leopoli, e altre città da aviazione e missili russi. Avrebbero, di fatto, messo completamente a terra la capacità dell’Ucraina di produrre energia. Sembra che circa i due terzi del territorio sia, ora, privo, o per lo meno carente, di rete elettrica. E metà della popolazione senza luce né riscaldamento. Nel bel mezzo di un inverno appena iniziato. E che si preannuncia gelido.
L’operazione speciale di Mosca non è stata, certo, una guerra lampo. Strategia che, per altro, mai ha fatto parte della cultura militare russa. Ora, però, sembra che gli strateghi del Cremlino puntino su quello che, da sempre, è stato il loro vero asso militare. Il Generale Inverno. Ha annientato Napoleone e messo in ginocchio Hitler. Potrebbe funzionare ancora.
Solo che quelle erano guerre difensive. I russi dovevano respingere un nemico invasore. Qui la situazione è capovolta. Sono loro all’offensiva. Ci sono stati tirati per i capelli, certo. E provocati in tutti i modi. Ma, di fatto, sono loro gli invasori…
Quindi, la strategia è complessa. Utilizzano la tattica Statunitense dello Shock and Awe. Colpisci e terrorizza. Distruggendo impianti energetici, strutture logistiche, reti stradali. Di fatto annientando il sistema paese. Washington ha utilizzato questa strategia in Serbia, in Iraq…e ha funzionato.
Però Mosca si è decisa tardi. Solo dopo aver preso atto che da Kiev non sarebbe venuta alcuna disponibilità alla trattativa. Putin mirava ad una guerra stile ‘700. Tipo guerre di successione. Un conflitto breve, la trattativa. La ridefinizione dei confini. Non aveva interesse a mettere l’Ucraina alla mercé di freddo e fame. Ma ora non ha scelta. Questo inverno sarà decisivo.
Però a Kiev sembra governare il Circo Barnum. Zelensky si è addirittura indignato perché la Fifa si è rifiutata di trasmettere, Urbi et Orbi, il suo discorso al Mondo prima della finale Argentina – Francia. Riteneva di averne il diritto. Non si sa se per investitura divina o che altro. Probabilmente chiederà di partecipare anche a Miss Universo e allo Zecchino d’oro…
Fino ad oggi è tornato utile. Ma ora sta diventando un problema anche per coloro che lo hanno costruito e manovrato. A Washington, in molti ambienti sia democratici che repubblicani, ci si comincia a porre seriamente il problema. Con chi sostituirlo. E come, soprattutto. Visto che ha instaurato un ferreo regime personale, eliminando ogni dissenso.
Sembra che Soros, per ora, lo sostenga. Però se dovesse cominciare ad avere anche lui dei dubbi…beh, un incidente può sempre capitare.
Intanto è sempre più evidente il diretto coinvolgimento nel conflitto di truppe NATO. Non solo armamenti e consiglieri militari. Ma impegno diretto di forze speciali, soprattutto britanniche, in operazioni belliche….
E molti paesi del fronte occidentale cominciano a soffrire la situazione. È di ieri la notizia che il parlamento della Slovacchia ha sfiduciato il governo. Accusato di essere troppo schierato al fianco di Kiev, con grave danno per l’economia nazionale.
E anche nel colosso tedesco i segni del malessere sono sempre più espliciti.
Però, stando ai nostri grandi Giornali, alle nostre Grandi Reti televisive, sul fronte orientale non sta accadendo proprio nulla. Nulla di nuovo.
Anche se, come nel romanzo di Remarque, ogni giorno… si continua a morire.