Indignazione generale, sui media di regime italiani, per la decisione del criminale governo russo di censurare alcuni organi locali di informazione rei di aver criticato le strategie di Putin. Arrampicata generale sugli specchi, da parte dei medesimi media di regime italiani, a proposito delle patetiche e vergognose censure applicate nel democratico Occidente. Che ha spento i canali filorussi, ma in nome della libertà, ovviamente. Una gara a chi è più cretino. Gara impegnativa, indubbiamente, perché c’è un impegno spasmodico a mostrarsi più servili agli ordini di Biden fatti propri dai governi europei.
Non stupisce che, negli Stati Uniti, il drink Moscow mule sia stato ribattezzato Kiev mule. D’altronde si tratta dei medesimi mentecatti che avevano cancellato il nome della Francia da un piatto di patatine quando Parigi si era rifiutata di sostenere l’ennesima guerra di invasione statunitense.
Ma poi, a cascata, tutti gli aspiranti censori si sono scatenati in dichiarazioni e misure tra il ridicolo e l’indecente. Come dimenticare chi, con parecchie primavere sulle spalle, ha sospirato che mai si sarebbe aspettato una nuova guerra in Europa dopo il secondo conflitto mondiale? Chissà dov’era quando nei Balcani si è combattuta una guerra feroce. Chissà dov’era quando i compagnucci di Fassino hanno bombardato Belgrado in nome dell’auto determinazione dei popoli che vale per il Kosovo e non per il Donbass. Che strano che i bambini e le donne di Belgrado non valessero nulla visto che per loro non si raccoglievano vestiti, cibo, soldi. Visto che la comunità di Sant’Egidio non faceva sventolare fazzoletti bianchi.
E poi le grandi misure per colpire i russi, a prescindere dalle posizioni personali. L’Italia, sempre all’avanguardia quando si tratta di fare la figura del servo zelante, ha cancellato la mostra fotografica di un artista russo proprio nel momento in cui il fotografo veniva fermato in Russia per aver manifestato per la pace. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, cacciava dalla Scala il direttore d’orchestra ed una cantante e la stessa cantante veniva bandita per 2 anni da un teatro americano (quando si parla di atlantismo..). L’Università di Milano Bicocca cancellava l’aspirante putiniano Dostoevskij (non solo perché russo ma anche per aver scritto L’Idiota in cui i censori si sono riconosciuti); alle mostre feline venivano vietati i gatti russi, colpevoli di non aver miagolato contro Putin; alle Paralimpiadi venivano cacciati i disabili russi e bielorussi, perché le discriminazioni sono una vergogna solo a seconda della nazionalità delle vittime; la Coop sostituiva l’insalata russa con l’insalata italica.
Il prossimo passo prevede l’eliminazione di Tolstoj dalle librerie perché “Guerra e pace” è chiaramente un libro filoputiniano ed inneggia all’invasione dell’Ucraina. Sala vieterà l’ingresso a Milano dello scrittore ed il Salone del libro di Torino cancellerà i dibattiti previsti: Tolstoj non potrà intervenire neppure online! D’altronde le censure al Salone di Torino non sono certo una novità. E colpivano proprio coloro che oggi sono allineati con i censori..
In attesa di una lista di proscrizione completa, magari inserendo anche la data di morte degli scrittori, si interviene contro gli oligarchi russi, rubando i loro immensi yacht, le ville, gli aerei. Pagheranno caro, pagheranno tutto.

Per il momento a pagare sono i lavoratori italiani che si occupavano delle proprietà degli oligarchi. Solo in Sardegna perderanno il lavoro un centinaio di persone. Ma nessun problema: i parlamentari ed i consiglieri regionali ex patrioti ed ora neo atlantisti rinunceranno a parte del proprio lauto stipendio per mantenere i disoccupati da sanzioni.
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