“E sette, sette e sette fanno ventuno/arriva la volante e non c’è nessuno”. Un piccolo frammento di “Porta Romana”, canzone popolare milanese. È cambiato il numero di telefono per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine ma, a Torino, il risultato non è cambiato. Nei giorni scorsi, dopo l’ennesima rissa tra gruppi di grandi risorse, le auto della polizia sono arrivate quando sulla scena non c’era ormai più nessuno.
Meglio così, in fondo. Se no gli sfortunati abitanti di uno dei quartieri a rischio avrebbero assistito alle solite scene di inseguimenti, catture, strilli, proteste, trasporto in auto dei delinquenti che, il giorno successivo, sono di nuovo liberi ed impegnati a spacciare, ad aggredire, a rapinare. Non è una prerogativa torinese. I servizi, trasmessi da Striscia la Notizia, sulle grandi risorse impegnate nel borseggio sul metrò milanese sono analoghi: le ladre rubano, picchiano, bloccano la metropolitana tirando il freno di emergenza e, dopo essere state caricate a bordo delle auto della polizia, tornano a rubare il giorno seguente. Anzi, sono loro a chiedere l’intervento degli agenti contro chi le riprende con le telecamere per impedire che derubino i passeggeri.
Photo archivio Maria Infantino
Ma a Torino la tutela dei delinquenti si rafforza ulteriormente. Ed il comune decide di non consegnare il taser agli agenti della polizia municipale. Hai visto mai che i civich rinuncino a qualche multa alle auto in sosta per mettersi ad inseguire spacciatori, rapinatori, aggressori vari. Meglio evitare. Ed i vigili, ovviamente, sono d’accordo. Meno rischi, con il blocchetto delle multe.
E poi il comune di Torino assicura di conoscere perfettamente la situazione dei quartieri a rischio. La conosce ma non fa nulla per affrontarla. Non per cattiva volontà, certo, ma nella convinzione che la repressione non risolva i problemi. Dunque niente taser ma una mano tesa ai delinquenti. Che non devono essere puniti ma aiutati a cambiare. Convinti a rinunciare al furto di smartphone di ultima generazione, a vestiti di marca depredati ai ragazzini isolati, alla rapina di portafogli ed orologi, alla violenza fine a se stessa. Il tutto in cambio della possibilità di seguire un corso gratuito per giocare a padel o per trovare un’occupazione da 500 euro al mese.
Una scommessa difficile da vincere, ma bisogna apprezzare l’impegno dell’amministrazione. O la sua illusione. Ciò che, però, non è accettabile è la totale indifferenza nei confronti delle vittime. Ragazzi e ragazze picchiati, umiliati, brutalizzati, derubati. Che vedono i propri aggressori non solo non puniti ma addirittura premiati. Mentre per loro, per le vittime, il comune non prevede assolutamente nulla. Si arrangino e, possibilmente, non rompano neppure le scatole a vigili, amministratori, magistrati.
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