Ieri una mia amica mi ha mandato un messaggio, era tardi, era stanca, aveva appena chiuso il pc, stava per preparare qualcosa da mangiare … “ehi … Come va? Ma secondo Te perché lavoriamo così tanto? Ma che vita è???????????”.
Ho esitato, alzato gli occhi al cielo, stavo per rispondere con i “consueti” ed inutili emoticons sorridenti … Ma poi ho chiuso gli occhi, respirato forte, osservato l’orologio in alto sul muro … erano le 23:00, non avevo ancora mangiato, il pc era aperto sul tavolo della cucina e, prima di ricevere quel messaggio, stavo leggendo una mail sullo schermo del mio cellulare … quindi ho risposto così: “perché la nostra società ha fallito!”.
Già, perché la nostra società, questa enorme bolla in cui viviamo ci sta conducendo ad una vita o meglio ad una esistenza insensata… ovviamente parlo per me stesso, non ho la presunzione che qualcuno la pensi come il sottoscritto… Non mi piace dove stiamo andando e come ci stiamo muovendo… perché ho l’impressione che non si stia andando da nessuna parte. Tutto si muove velocemente eppure ciò che rimane non è nulla di più che un tenue e sbiadito “rewind”.
Ci alziamo, lavoriamo, forse pranziamo, leggiamo i 70000000 messaggi ricevuti nelle 150000000 chat/gruppi whatsapp, torniamo a lavorare, (per i più tenaci) qualche ora di sport (ma comunque di corsa, ferocemente “incastrato” fra una call e una sessione), ci facciamo gli affari degli altri sfogliando le stories sui social di amici / conoscenti / sconosciuti, un po’ fantastichiamo un po’ critichiamo un po’ giudichiamo, torniamo a lavorare, chiamiamo la mamma, mandiamo a caso qualche faccina o un “ahahahahahahah” per il sol fatto di far percepire il nostro “esserci”, mangiamo un boccone, magari un calice con qualche amico/a, parliamo di cosa?
Lavoro-covid-stanchezza-delusioni- tristezze (lo so che NON è così sempre…!!!!) e poi… nel mentre di questi incontri le nostre mani volano leggere sui nostri smartphone – già perchè DOBBIAMO essere aggiornati proprio in quel momento su cosa ha fatto tizio/caio/sempronio, DOBBIAMO usare il nuovo filtro, DOBBIAMO giocare al nuovo giochino stile Tetris, poi inesorabile arriva il momento di salutare “ciao devo tornare in ufficio …che palle!” “ciao torno a casa sono stanco morto e domani giornataccia”, arriviamo a casa stanchi, stressati, vuoti e nel più dei casi ci spalmiamo sui divani accendiamo netflix e con il cellulare in mano sbirciamo le varie notifiche che “goccia dopo goccia” si palesano durante la nostra serata… mangiamo qualcosa di veloce… anzi magari lo ordiniamo dal cellulare… “nessuna voglia di cucinare!!!!”, questa serie mi fa impazzire… 1-2-3-4-5 puntate… sono le 3 di notte alle 7 ho la sveglia e si torna in ufficio … RIPETI!
Ho ovviamente estremizzato, prima che qualcuno mi scriva nei commenti tipo “oh sfigato che vita di m*****! (già perché internet ha reso FREE e per tutti la possibilità di sfogarsi e dare libertà alle proprie frustrazioni … ogni tanto leggo commenti di una cattiveria e ferocia che mi provocano brividi pazzi esattamente simili a quelli che provai la prima volta che ho visto al cinema IT), ma se ci pensate è sempre più così… viviamo la vita degli altri attraverso i social (non so se vi capita… ma ogni tanto incontro per strada amici/conoscenti che non vedo più dalla prima guerra punica che sanno tutto della mia vita: con chi sono uscito, dove ho mangiato, l’ultimo viaggio fatto e le evoluzioni lavorative degli ultimi mesi … e badate IO non uso i social!!!), conosciamo tramite chat, facciamo l’amore tramite webcam, viaggiamo nei pochissimi ritagli di tempo (e comunque FAI attenzione alla MAIL … che magari arriva qualcosa di urgente), abbiamo apparentemente tutto a portata di mano, possiamo scoprire e sapere tutto con un click (pericolosissima presunzione), ordiniamo la spesa, le sigarette, i preservativi con Glovo insomma….ormai possiamo fare TUTTO da scollegati … sii … da scollegati! CONNESSI in rete ma SCOLLEGATI tra di noi.
Qualcuno certamente starà pensando… “ma questo cosa vuole? Tornare al medioevo?”. Ovviamente no, ma voglio, e ovviamente lo dico a Vittorio (che sono io!). VOGLIO TORNARE A ME STESSO IMMERSO NEL MONDO. Penso che questa frase racchiuda tutto ciò che voglio in questo momento. Ho bisogno di vita, sono affamato di esperienza, voglio ferite e cicatrici, proprio quelle che solo la vita ti può arrecare, voglio conoscere, voglio soffrire, amare, ridere, voglio seguire la curiosità e voglio stringermi alle persone che come me vogliono dire, dare, sapere, raccontare, conoscere e fare.
E’ proprio vero che La bellezza della nostra vita la si misura in base a quanto amore abbiamo dato o ricevuto… ed è proprio per questo che voglio tornare ad amare. Amare cosa? NOI stessi, gli altri, il mondo, le diversità, la natura, le cose semplici e i sogni, ma non quelli di altri, i miei.
Non sono alla ricerca di quelli che i più definiscono “STIMOLI nuovi” bensì voglio imporre alla mia vita tempi, modi, direzioni diverse che abbiano però tutte lo stesso fine… accrescere il mio zaino di vita ovviamente nel rispetto degli altri… ci vuole coraggio? Non credo, solo ritornare alla semplicità e io ho già iniziato… perché, come diceva qualche saggio “non si può cambiare l’inizio, ma si può partire da dove sei per cambiare il finale!”