Parlare a nuora perché suocera intenda. La saggezza popolare resta, anche se il popolo non c’è più. Così diventa più facile raccontare le reazioni dei giovani cinesi di fronte alla mancanza di prospettive concrete, piuttosto di analizzare le ragioni della mancanza di prospettive per i giovani italiani. “Bailan” è la nuova parola/simbolo che gli atlantisti attribuiscono ai giovani cinesi quando, in realtà, riguarda solo una minoranza delle nuove generazioni. Il problema esiste, ma non bastano le speranze e gli interessi di Washington per modificare la realtà.
Bailan, dunque. Ossia “chissenefrega”. Impegnarsi senza prospettive di successo? Neanche per sbaglio! Studiare per restare poveri? Alzarsi dal divano per affrontare la giornata? Ma chissenefrega!
Assomiglia molto ad una realtà più vicina, ma è meglio dedicarsi ai problemi che questo spirito negativo produrrà in Cina. I renitenti alla vanga con gli occhi a mandorla possono distruggere il sogno di potenza di Pechino. Mica come gli efficientissimi giovani italiani con il record Neet, quelli che non studiano e non lavorano. Mica come i sapientissimi giovani statunitensi, impegnati a compiere stragi quando non stanno distruggendo libri e statue di personaggi non politicamente corretti. Sarebbe stupido generalizzare per la situazione italiana o americana, ma va tutto bene se si generalizza per la Cina. È il nuovo giornalismo libero e democratico, bellezza.
In realtà i problemi giovanili, in Cina, non sono una novità. E sono legati anche alla miope politica del figlio unico. Al di là degli aspetti demografici, l’attenzione ossessiva delle famiglie per il loro unico figlio – con 4 nonni e due genitori a sua completa disposizione – ha portato alla creazione di una generazione di bamboccioni iper protetti e poco abituati a lottare. Roba che, al confronto, le mamme italiane diventavano un esempio di scarsa attenzione, di libertà e indifferenza.
La situazione è cambiata, sotto questo aspetto. Ma i danni sono rimasti e serviranno più generazioni per superarli. Nel frattempo si sono aggiunti altri problemi. Il tasso di crescita, pur restando elevato rispetto all’Italia, si è ridotto. Il partito comunista ha deciso di riprendere il controllo dell’economia e, dunque, sono state eliminate le possibilità di diventare plurimiliardari. Ma è difficile credere che la generazione Bailan sia delusa di fronte alla prospettiva di essere solo milionari. In Italia non c’è neanche quella.
Molto più semplicemente, è il partito comunista che ha adottato Bailan come simbolo. Chissenefrega se milioni di persone se ne stanno a poltrire, accontentandosi del minimo indispensabile. Se il loro contributo allo sviluppo è pari a zero. Sono le élites a guidare il Paese che viaggia verso il miliardo e mezzo di abitanti. Sono le avanguardie in ogni ambito, dalla politica all’economia. Chi resta sul divano non crea problemi, non pensa, non contesta, non protesta. Non sono i renitenti alla vanga in salsa cinese a garantire il futuro di Pechino. Le classi dirigenti si reclutano e si preparano in modo diverso.