“Dovremmo essere gli schiavi d’America?”. La domanda, retorica, non l’ha posta Putin o un leader delle nuove repubbliche russe. Neppure Xi Jinping o Erdogan, Narendra Modi o uno ayatollah iraniano. Ovviamente nessun parlamentare italiano. È stato Zoran Milanovic, presidente croato. Non della Serbia, tradizionalmente alleata con Mosca, ma della Croazia, da 10 anni nell’Unione europea.
“Non vedo lo scopo delle sanzioni contro Mosca. Le sanzioni – ha proseguito – sono stupide e non otterremo nulla con questo”. E, tanto per chiarire il concetto, la Croazia non parteciperà alle iniziative Ue a sostegno dell’esercito di Zelensky. Milanovic non è solo, comunque. Agcnews riporta le dichiarazioni del premier ungherese Viktor Orban: “Le vittime dell’errata politica delle sanzioni e della guerra sono gli europei. Nella guerra, l’America vince sicuramente. L’Europa perde sicuramente. È ancora una questione discutibile sulla Russia, se vince o perde, ma non perde così tanto se parliamo di soldi… In senso economico è giusto dire che l’unico, o meglio il più grande perdente in questo conflitto è l’Europa”.
E, per coerenza con questa analisi, l’Ungheria non solo non fornirà armi all’Ucraina ma vieterà anche il passaggio sul proprio territorio di armi inviate da altri Paesi. Una decisione che si aggiunge a quella della Svizzera che ha vietato ad altri Paesi di inviare a Zelensky le armi di produzione elvetica. Come confermato da Danimarca e Spagna. Mentre anche la Germania non pare particolarmente motivata nello spedire carri armati a Kiev. Se ne parlerà in futuro, quando si spera che la guerra sia terminata o comunque sospesa.
Alla destra fluida di governo in Italia, però, poco importa delle parole dell’amico Orban (o ex amico?). Conta solo Biden, conta Zelensky. E basta. Sarà per questo che Tajani si è dimenticato di convocare l’ambasciatore statunitense per protestare contro l’ennesimo omicidio degli agenti nordamericani. Sarà per questo che Tajani e Mattarella sono rimasti in silenzio di fronte all’assassinio di un quattordicenne palestinese da parte delle forze israeliane. I ragazzini uccisi non sono tutti uguali, a Teheran o in Palestina. Dipende da chi è l’assassino.